Il “vecchio leone” democristiano Bruni torna in campo e si candida a sindaco di Sant’Onofrio

L’ex presidente della Provincia di Vibo e consigliere regionale sponsorizzato dal gruppo delle Tre spighe da sempre espressione della sinistra locale. Ma non mancano i malumori tra i suoi fedelissimi
bruni sant'onofrio

Il vecchio leone democristiano della politica vibonese non si rassegna e torna a ruggire. Dalla Dc all’Udc, passando per Ppi, Pdm e Pd, nei suoi lunghi trascorsi ha da sempre costituito un perno nell’area moderata.

Già sindaco di Acquaro per 10 anni, presidente della giovane Provincia di Vibo Valentia per altrettanto tempo, nonché consigliere regionale dal 2010 al 2014 e per un breve frangente sottosegretario alla presidenza Loielo, il nome di Ottavio Gaetano Bruni, alla soglia degli 80 anni, torna d’attualità in questi giorni perché in campo tra i candidati a sindaco di Sant’Onofrio, popoloso comune alle porte del capoluogo di provincia.

Già sindaco di Acquaro per 10 anni, presidente della giovane Provincia di Vibo Valentia per altrettanto tempo, nonché consigliere regionale dal 2010 al 2014 e per un breve frangente sottosegretario alla presidenza Loielo, il nome di Ottavio Gaetano Bruni, alla soglia degli 80 anni, torna d’attualità in questi giorni perché in campo tra i candidati a sindaco di Sant’Onofrio, popoloso comune alle porte del capoluogo di provincia.

Bruni candidato da nostalgici Dc e sinistra

A gettarlo nella mischia, con una tempistica per nulla inedita visto che il suo nome era già stato ventilato alle ultime amministrative, un gruppo di irriducibili nostalgici dello scudocrociato. L’interessato non ha opposto certo resistenza ma, a differenza della tornata precedente, questa volta ha trovato l’intesa con gli esponenti della lista Tre spighe, la componente storicamente di sinistra che contende al partito della Croce (di fede evidentemente moderata) la guida del Comune.

Una proposta di “salute pubblica” quella che ha individuato il nome di Bruni e trovato d’accordo gli “spicalori”, ancora scottati dalla sconfitta che, nel 2021, ha portato alla guida del Municipio l’ex sindaco Nino Pezzo, vicino a Forza Italia. Ora che il Consiglio è stato sciolto anzitempo, dopo appena 500 giorni, per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, la convergenza su Bruni è parsa la soluzione più pratica e a portata di mano. È bastato ammantarla di “spirito unitario”.

Malumori sull’utilizzo dei simboli

Ma sarà così? Difficile dirlo con certezza, perché il gruppo che ha proposto la candidatura dell’ex deus ex machina della provincia vibonese, pare già in ritirata fiutando aria di fregatura. Non tutti i componente della coalizione in campo attorno a Bruni, infatti, concordano sul veto ai simboli che inizialmente sono stati posti per rimarcare la natura inclusiva, civica e di unità popolare alla base della candidatura. Le Tre spighe, infatti, difficilmente rinunceranno all’utilizzo del simbolo.

Bruni per ora va avanti ma dovrà fare ricorso a tutte le sue capacità di mediazione per venire a capo della matassa.

L’ex sindaco Pezzo già in campo

Chi marcia dritto verso l’appuntamento del 14 e 15 maggio è proprio il sindaco licenziato da parte della sua ex maggioranza e dall’opposizione marca Tre spighe. Pezzo lavora infatti alacremente alla sua lista sostenuto da quei consiglieri comunali rimasti in maggioranza e puntellando qualche aiuto esterno di peso come quello dell’ex vicesindaco di Vibo e già consigliere regionale Salvatore Bulzomì.

Terzo polo in autonomia

Chi non resta a guardare è anche l’ex presidente del Consiglio comunale Giuseppe Alibrandi, regista dell’operazione di superamento di Pezzo, che ora vuol giocare un ruolo di primo piano nel prossimo turno elettorale. Tentato dalla sirene di Bruni, potrebbe però marciare in autonomia proponendo una formazione che lo veda nel ruolo di capolista o comunque protagonista. Se così fosse l’operazione “salute pubblica” sarebbe così definitivamente superata e si riproporrebbero le solite dinamiche e contrapposizioni che tutti, a parole, si dicono desiderosi di superare.

Diminuiscono gli spazi in Consiglio

Di più si restringono anche le postazioni in palio. L’aggiornamento periodico dei registri elettorale ha visto infatti il declassamento del Comune al di sotto dei tremila abitanti. Ciò si tradurrà in due seggi in meno in Consiglio e in due postazioni in meno in Giunta la cui formazione rappresenterà la prima vera grana politica per il futuro sindaco. (m.s.)

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