di Gabriella Passariello
“Sei una stupida, mi sono pentito di aver spostato una polacca, non sai parlare. Ti ammazzo”. Prima gli insulti, poi le minacce di morte e infine le aggressioni violente. Una storia di soprusi, di maltrattamenti, di prevaricazioni, consumatisi tra le mure domestiche e che hanno coinvolto B. W. e suo figlio di appena 7 anni. La donna sarebbe stata colpita dal marito E. S., 64 anni di Catanzaro, con una serie di pugni in testa, spinta con forza contro il frigorifero e contro il muro di casa. Vessata da chi avrebbe dovuto amarla, da suo marito, dal padre di suo figlio: afferrata dal collo, costringendola ad inginocchiarsi per poi essere sbatterle con forza la fronte contro il pomello del forno. E non contento l’avrebbe presa dal colletto della maglietta per spingerla sullo schienale della sedia, provocandole lesioni personali. Costretta anche a compiere atti sessuali: l’avrebbe immobilizzata con il suo corpo mentre era distesa nel letto per impedirle qualsiasi via di fuga.
“Sei una stupida, mi sono pentito di aver spostato una polacca, non sai parlare. Ti ammazzo”. Prima gli insulti, poi le minacce di morte e infine le aggressioni violente. Una storia di soprusi, di maltrattamenti, di prevaricazioni, consumatisi tra le mure domestiche e che hanno coinvolto B. W. e suo figlio di appena 7 anni. La donna sarebbe stata colpita dal marito E. S., 64 anni di Catanzaro, con una serie di pugni in testa, spinta con forza contro il frigorifero e contro il muro di casa. Vessata da chi avrebbe dovuto amarla, da suo marito, dal padre di suo figlio: afferrata dal collo, costringendola ad inginocchiarsi per poi essere sbatterle con forza la fronte contro il pomello del forno. E non contento l’avrebbe presa dal colletto della maglietta per spingerla sullo schienale della sedia, provocandole lesioni personali. Costretta anche a compiere atti sessuali: l’avrebbe immobilizzata con il suo corpo mentre era distesa nel letto per impedirle qualsiasi via di fuga.
Figlio maltrattato. Avrebbe reso la vita impossibile a moglie e figlio, nei confronti di questo ultimo avrebbe ripetuto un copione simile, quello degli insulti, delle prevaricazioni, delle minacce, delle botte. “Sei un monello, non sai giocare a pallone, sei stupido, ti ammazzo di botte, te la farò pagare, non ti voglio bene”. Un bimbo di soli sette anni colpito prima con uno schiaffo, poi con un calcio, infilandogli con forza il cibo in bocca per costringerlo ad ingoiarlo. Il sei giugno per lui, E. S. assistito dai legali Carlo Petitto e Antonella Prestia inizierà il processo davanti al Tribunale collegiale di Catanzaro, processo a cui si è arrivati grazie alla denuncia- querela della vittima assistita dall’avvocato Mariateresa Musacchio, legale dell’associazione “Domius”, che offre assistenza alle vittime di maltrattamenti e a cui la donna si è rivolta per sfuggire alle reiterate violenze del marito, supportata dalla stessa associazione nel coraggioso percorso di autonomia di donna e mamma. L’uomo dovrà rispondere di maltrattamenti contro la moglie e il figlio minorenne, lesioni personali e violenza sessuale.
Redazione Calabria 7