Sono numerosi i beni posti sotto sequestro ai fini della confisca dal gip su conforme richiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’indagine “Imperium”. In particolare quote societarie di attività impegnate nella vendita di prodotti alimentari, ma anche lidi balneari a Nicotera ed appezzamenti di terreno. Tutti formalmente intestati agli indagati ma di fatto ritenuti riconducibili ad esponenti del clan Mancuso o, in generale, alla criminalità.
Lidi, fabbricati, terreni: tutti i beni sequestrati
Lidi, fabbricati, terreni: tutti i beni sequestrati
Nell’elenco quindi figura la ditta individuale intestata a Isidoro Buccafusca riferibile interamente a Francesco Mancuso (titolare occulto), quella che si occupa della gestione del Lido Balneare Delfino di Giuseppe Dimasi, riferibile a Dimasi e Francesco Mancuso (socio occulto); la ditta individuale intestata a Klaudia Takacsova, riferibile a Francesco Mancuso (socio occulto) e quella denominata “Fiorin Fiorello” di Elisabetta Capua riferibile ad Assunto Natale Megna (titolare occulto).
Il giudice Romano ha disposto inoltre il sequestro preventivo impeditivo già oggetto di sequestro preventivo in via d’urgenza convalidato con provvedimento del gip del 17 luglio 2023 per alcuni fabbricati siti in contrada Martelletto a Nicotera e due appezzamenti di terreno tra Nicotera Marina e Nicotera superiore nella titolarità di Giuseppe Fonti; la ditta individuale Peluso Lucia con luogo d’esercizio a Milano ma di fatto riferibile a Francesco Mancuso, Pantalone Mancuso cl. 8/61e Pantaleone Mercurio; la società EL-SA GROUP “Srls”, con sede legale e luogo di esercizio a Marcellinara che si occupa del commercio al dettaglio, intestata a Sabrina Benincasa ma di fatto riferibile a Francesco e Pantaleone Mancuso e Paolo Mercurio. E ancora la società “Afs Investment”, con sede legale a Nicotera per l’attività di minimercati, nella titolarità di Francesco, Alessio Natale e Simone Cupitò ma di fatto riferibile a Domenico Cupitò (socio occulto); la società “Ittipesca Srl”, con sede legale a Milano, per l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti alimentari nella titolarità di Giuseppe e Assunto Natale Megna ma riferibile interamente a quest’ultimo, la società “Magec Srl” con sede legale a Catania, nella titolarità della Segefi Holding Srl, M&V Gestioni Turistiche Slr, Maria Ribecco, ma di fatto riferibile a Francesco Rapisarda e infine la società Gestioni turistiche Srl, con sede legale a Catania e unità locale a Nicotera per l’attività di gestione di villaggi turistici, nella titolarità di Francesco Falasperna, Paolo Tinè, Teodosia Blasimme e Domenico Fonti.
Il mondo Sayonara
Ai primi capi integranti l’intero editto imputativo viene analizzata e cristallizzata la complessa vicenda afferente al cosiddetto “Mondo Sayonara” che si snoda negli anni con il coinvolgimento, a vario titolo, di plurime figure (apparentemente estranee al mondo criminale di riferimento) e di imprenditori anche anonimi – sempre secondo il punto di vista originario della indagine – di altro contesto territoriale, che, tuttavia, da una comparazione fra quanto i documenti societari dipingono e quanto emergente dalle indagini espletate (ocp, videosorveglianza, captazioni, sequestri, dichiarazione dei collaboratori), sono apparsi addentrati nel contesto criminale attenzionato. Viene contestato a Giuseppe Fonti di aver contribuito a garantire alla cosca Mancuso un introito economico pari a oltre 600.000 euro in un anno nonché ad assicurare la supervisione ed il controllo sulla struttura turistico ricettiva villaggio di Nicotera Marina – da sempre sotto le maglie e l’egida della cosca – nonostante la vicenda concorsuale incorsa dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nell’anno 2009. (f.p.)
LEGGI ANCHE | I tentacoli dei Mancuso sulle attività turistiche vibonesi, ecco chi sono i 60 indagati (NOMI)
LEGGI ANCHE | Le mani della ‘ndrangheta sul turismo vibonese, nuovo blitz della Finanza: 32 misure cautelari