Sono diverse le decisioni emesse dal il Tribunale di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia guidata da Nicola Gratteri e denominata in codice “Imperium”, che ha visto l’applicazione di 32 misure cautelari (60 gli indagati totali) e sequestri per circa 12 milioni di euro. Al termine degli interrogatori di garanzia e in accoglimento delle richieste difensive sono state revocate le misure cautelari nei confronti di Maria Ribecco, 56 anni di Zambrone; Paolo Tinè, 46 anni di Catania e Graziella Torrisi, 80 anni di Mascalucia (Catania). Degradate nella misura del divieto di dimora in Calabria le misure nei confronti di altri quattro indagati: Francesco Rapisarda, 53 anni di Catania; Alessandro Oliveri, 51 anni di San Giovanni Punta (Catania), Francesco Falsperna, 53 anni di Catania; Sebastiano Molino, 51 anni di Catania.
Le ipotesi accusatorie
Le ipotesi accusatorie
In particolare, le principali contestazioni che mosse ai sette indagati sono quelle di concorso esterno in associazione mafiosa (per i soli Falsaperna, Molino e Rapisarda) e di trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità di agevolare il clan Mancuso. Le vicende delittuose si inseriscono, nella ricostruzione degli investigatori, all’interno della gestione dei villaggi turistici Sayonara di Nicotera e Green Beach di Briatico che veniva operata da società che s’ipotizza siano riconducibili a Francesco Rapisarda. Quest’ultimo, prima delle sue vicissitudini giudiziarie, era un imprenditore siciliano molto noto e attivo nel settore della siderurgia e che da poco tempo aveva esteso i suoi interessi economici anche al settore turistico. Tutti i sette indagati sono difesi dagli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Vallelunga del foro di Vibo Valentia.
Domiciliari revocati a medico di Nicotera Marina
Il gip distrettuale di Catanzaro Gilda Romano ha revocato invece gli arresti domiciliari nei confronti di Francesco Polito, 79 anni, medico di base in pensione di Nicotera Marina, nei confronti del quale la Dda di Catanzaro ipotizza il concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Polito (difeso dagli avvocati Giuseppe Spinelli e Francesco Di Mundo) si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali hanno puntato sull’assenza delle esigenze cautelari atteso che l’ultima contestazione risale al febbraio del 2018 e sulle condizioni di salute del loro assistito così come attestato dalla certificazione medica.
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