Ci sono tutti i reati tranne la prostituzione nell’operazione denominata Imponimento.
L’ELENCO DELLE PERSONE IN STATO DI FERMO
Il lungo lavoro di quattro anni della DDA di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, ha preso di mira la cosca Anello-Fruci di Vibo che aveva radicato i propri gangli in vari settori dell’economia in cui la cosca esercitava il totale controllo e plurime le condotte delittuose ipotizzate:
attraverso una profonda infiltrazione all’interno di alcune delle più importanti realtà della fascia tirrenica vibonese e catanzarese rispetto alle quali, alcuni imprenditori del settore, i fratelli STILLITANI Emanuele e Francescantonio, ponendosi quali concorrenti esterni al sodalizio mafioso “ANELLO-FRUCI”, ne hanno rafforzato la sfera di influenza;
IL RUOLO DELL’ EX ASSESSORE STILLITANI
gli interessi della cosca erano rivolti al remunerativo settore dei tagli boschivi nella zona a cavallo tra le pre-serre vibonesi e catanzaresi. In tale settore la cosca, attraverso l’imprenditore di riferimento, MONTELEONE Nicola Antonio, organico alla consorteria e uomo di fiducia del capo cosca ANELLO Rocco, aveva creato un collaudato meccanismo collusivo di rotazione nell’aggiudicazione delle gare relative agli appalti boschivi, tra gli imprenditori di riferimento delle cosche dei territori limitrofi, IOZZO di Chiaravalle e BRUNO di Vallefiorita, per definire la spartizione dei boschi stessi.
Svizzera:
il legame di ANELLO Rocco con la Svizzera, sede di investimenti e traffici illeciti della cosca, è di lunga data.
Movimento terra e fornitura di calcestruzzo:
le imprese riconducibili a Rocco ANELLO esercitavano il monopolio per le opere di movimento terra sui cantieri del territorio di competenza per la costruzione di supermercati, edifici pubblici, strutture turistico-alberghiere; lo smaltimento dei materiali tossici di risulta illecitamente sversato in aree naturalistiche protette, cagionando una significativa compromissione del suolo e del sottosuolo;
terreni, capannoni, immobili di pregio e interi compendi immobiliari, anche con il concorso di professionisti, e di figure dirigenziali all’interno dei comuni, diventavano di proprietà di Rocco ANELLO attraverso l’intestazione fittizia a terzi.
Truffe INAIL:
il meccanismo collaudato predisposto con il concorso di un dipendente dell’INAIL, e in alcune occasioni anche con l’intervento di altri esponenti della cosca (si concretizzava mediante la commissione di una serie sistematica di delitti funzionali a conseguire l’indennizzo per supposti incidenti sul lavoro dei quali veniva creata l’apparenza, anche tramite false assunzioni, o comunque per ottenere il riconoscimento di indennità in misura superiore a quella spettante.
Riciclaggio automezzi:
la cosca si dedicava con altrettanta spregiudicatezza al riciclaggio di automezzi rubati o anche solo parti di essi. Con un’attenzione quasi spasmodica al “mercato” e alla disponibilità dei mezzi di volta in volta di interesse, gli accoliti si mostravano in grado di operare anche personalmente, dal punto di vista meccanico, sugli automezzi, manomettendo all’occorrenza i telai in modo da renderli irrintracciabili.
SEQUESTRI
Un vero e proprio arsenale quello rinvenuto e sequestrato per conto del sodalizio ANELLO-FRUCI: fucili, carabine, kalashnikov, pistole di diversi calibri e munizionamento. Le indagini condotte hanno fatto emergere come il traffico di armi venisse svolto anche oltre confine, in Svizzera.
ingenti quantitativi di sostanza stupefacente: quattro piantagioni di marijuana per un totale di circa 6000 piante, 65 kg circa della medesima sostanza già essiccata e pronta per essere immessa sul mercato; è emersa, altresì, l’opera di l’approvvigionamento di eroina nella provincia di Foggia.
Tre noti villaggi turistici, tra i più grandi della Calabria, ubicati nelle zone di Parghelia (VV), Pizzo Calabro (VV) e Curinga (CZ), per i quali si è ipotizzata la messa a disposizione della cosca ANELLO-FRUCI al fine di consentire alla stessa il conseguimento del proprio programma criminoso.