Di Mimmo Famularo – Resta in carcere l’ex consigliere comunale di Vibo Valentia Francescantonio Tedesco, 52 anni, tra i principali indagati dell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Imponimento” che lo scorso luglio ha portato al fermo di 74 persone.
Cade l’accusa di concorrenza illecita
Cade l’accusa di concorrenza illecita
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto dal giudice Giuseppe Valea, ha parzialmente accolto le argomentazioni presentate dal suo legale di fiducia, l’avvocato Stefano Luciano, eliminando un capo di imputazione: l’illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso. Resta in piedi l’accusa principale, ovvero aver agevolato il clan Anello di Filadelfia. L’architetto, in passato anche consulente della Procura di Vibo, si sarebbe adoperato, anche in virtù degli stretti rapporti che teneva con Rocco Anello, a mettere in atto le strategie del sodalizio in ambito politico promuovendo – secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta – il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 a Giuseppe Mangialavori, poi eletto al Senato.
Trasferito nel carcere di Voghera
Nei giorni scorsi Francescantonio Tedesco è stato trasferito dalla casa circondariale di Vibo Valentia dove si trovava recluso dallo scorso 21 luglio al carcere di Voghera dove è attualmente detenuto. L’avvocato Luciano ha preannunciato ricorso in Cassazione per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare e la scarcerazione del suo assistito.
Gli Stillitani alla prova del Riesame
Compariranno, invece, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Catanzaro il prossimo otto settembre altri due indagati “eccellenti” dell’inchiesta condotta sul campo dalla Guardia di Finanza, i fratelli Francescantonio ed Emanuele Stillitani. Entrambi erano stati fermati e condotti in carcere nel blitz dello scorso 21 luglio, scarcerati e posti ai domiciliari con la nuova ordinanza emessa dal gip distrettuale di Catanzaro ad agosto. Già sindaco di Pizzo e assessore regionale, Francescantonio Stillitani è accusato insieme al fratello Emanuele di concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione e danneggiamento. Secondo l’accusa sarebbero stati referenti del clan Anello-Fruci: ambedue nelle vesti di imprenditori turistici e il solo Francescantonio nei panni di politico che avrebbe goduto del sostegno elettorale del sodalizio criminale.