Nuovo esame al Tribunale di Catanzaro per Francesco Conidi, 31 anni, originario di Lamezia Terme, ma residente a Polia (provincia di Vibo Valentia), coinvolto nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata “Imponimento”. E’ quanto stabilito dalla seconda sezione penale della Cassazione in accoglimento del ricorso proposto dagli avvocati Andrea Mazzotta ed Eugenio Felice Perrone.
Già lo scorso agosto il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere confermata dal gip in fase di convalida e sostituendo la misura con gli arresti domiciliari. Nell’udienza di ieri, i giudici della Suprema corte hanno disposto l’annullamento con rinvio degli atti allo stesso tribunale di Catanzaro che adesso dovrà riunirsi in diversa composizione per un nuovo giudizio.
Già lo scorso agosto il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere confermata dal gip in fase di convalida e sostituendo la misura con gli arresti domiciliari. Nell’udienza di ieri, i giudici della Suprema corte hanno disposto l’annullamento con rinvio degli atti allo stesso tribunale di Catanzaro che adesso dovrà riunirsi in diversa composizione per un nuovo giudizio.
Caduta l’accusa più pesante di associazione mafiosa contestata in concorso con altri esponenti del clan Anello-Fruci, resta confermata l’ipotesi di danno ambientale. Per Conidi la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio e nell’aula bunker di Lamezia Terme si sta svolgendo l’udienza preliminare per 147 imputati.