Dopo un interrogatorio estenuante, il ragazzo ha confessato agli inquirenti di aver ucciso lo zio, fratello del padre, e consentito anche di ritrovare l’arma utilizzata
Dopo solo 24 ore c’è una svolta nelle indagini sull’omicidio dell’ imprenditore di 67 anni, Giuseppe Caterisano, freddato a colpi di pistola mentre stava aprendo la porta di casa. I carabinieri hanno portato in caserma il nipote dell’uomo, il figlio del fratello, un ragazzo minorenne di appena 16 anni. Il ragazzo ha infatti confessato agli inquirenti di aver ucciso lo zio, fratello del padre, e consentito anche di ritrovare l’arma utilizzata, dopo ore e ore di interrogatorio da parte degli uomini dell’Arma, che lo hanno sottoposto anche al test dello Stub per verificare, attraverso accertamenti tecnico scientifici, se vi fossero su di lui tracce di residui di sparo. Da quel momento il ragazzo è rimasto in caserma e sentito con le garanzie difensive fino a quando, poco prima delle 7 del mattino, ha ceduto e fatto ritrovare l’arma, una pistola automatica calibro 9, clandestina e senza matricola, arrivando infine ed appunto ad ammettere le sue responsabilità. Il fatto di sangue è avvenuto ieri pomeriggio, intorno alle 16, in località Capo Bianco della popolosa cittadina in provincia di Crotone. Caterisano è stato ucciso davanti alla sua abitazione a colpi d’arma da fuoco, almeno quattro quelli repertati, ed esplosi da una pistola calibro 9.
Dopo solo 24 ore c’è una svolta nelle indagini sull’omicidio dell’ imprenditore di 67 anni, Giuseppe Caterisano, freddato a colpi di pistola mentre stava aprendo la porta di casa. I carabinieri hanno portato in caserma il nipote dell’uomo, il figlio del fratello, un ragazzo minorenne di appena 16 anni. Il ragazzo ha infatti confessato agli inquirenti di aver ucciso lo zio, fratello del padre, e consentito anche di ritrovare l’arma utilizzata, dopo ore e ore di interrogatorio da parte degli uomini dell’Arma, che lo hanno sottoposto anche al test dello Stub per verificare, attraverso accertamenti tecnico scientifici, se vi fossero su di lui tracce di residui di sparo. Da quel momento il ragazzo è rimasto in caserma e sentito con le garanzie difensive fino a quando, poco prima delle 7 del mattino, ha ceduto e fatto ritrovare l’arma, una pistola automatica calibro 9, clandestina e senza matricola, arrivando infine ed appunto ad ammettere le sue responsabilità. Il fatto di sangue è avvenuto ieri pomeriggio, intorno alle 16, in località Capo Bianco della popolosa cittadina in provincia di Crotone. Caterisano è stato ucciso davanti alla sua abitazione a colpi d’arma da fuoco, almeno quattro quelli repertati, ed esplosi da una pistola calibro 9.
Redazione Calabria 7