In arrivo nuovo decreto Covid: coprifuoco alle 24 e riaperture bar e centri commerciali

La prima novità arriverà dal 15 maggio, quando non ci sarà più l’obbligo di quarantena per chi torna dai Paesi Ue, dalla Gran Bretagna e da Israele
stato emergenza green pass

Il governo è chiamato a decidere in che modo cambiare il decreto Covid entrato in vigore il 26 aprile. La Cabina di regia si dovrebbe riunire entro mercoledì 12 maggio per iniziare la valutazione delle nuove misure e arrivare a una decisione finale dopo il monitoraggio settimanale di venerdì 14. Se la discesa della curva epidemiologica continuerà, sarà possibile modificare il calendario delle riaperture. La prima novità è prevista per il 15 maggio, quando cesserà l’obbligo di quarantena per chi torna dai Paesi Ue, dalla Gran Bretagna e da Israele. Dal 17 maggio, invece, potrebbe essere la volta del coprifuoco, che dovrebbe essere spostato dalle 22 a mezzanotte.

È soprattutto su queste regole, come riporta il Corriere della Sera, che il Governo discuterà nella Cabina di regia prevista per domani o mercoledì, in vista delle modifiche al decreto in vigore dal 26 aprile. “Voglio riaprire in sicurezza”, ha ribadito il premier Mario Draghi rinnovando l’invito ai turisti stranieri a prenotare le vacanze in Italia.

È soprattutto su queste regole, come riporta il Corriere della Sera, che il Governo discuterà nella Cabina di regia prevista per domani o mercoledì, in vista delle modifiche al decreto in vigore dal 26 aprile. “Voglio riaprire in sicurezza”, ha ribadito il premier Mario Draghi rinnovando l’invito ai turisti stranieri a prenotare le vacanze in Italia.

Il coprifuoco

Il coprifuoco dovrebbe essere spostato due ore in avanti: scatterà alle 24 e resterà in vigore fino alle 5 del mattino. Il cambiamento dovrebbe arrivare dal 17 maggio. L’obiettivo del governo, comunque, è quello di eliminare il divieto di uscita notturna dal 21 giugno, una soluzione che andrebbe di pari passo con una minor rigidità delle regole nei locali pubblici (mantenendo mascherine e distanziamento). Nella maggioranza c’è chi, come la Lega, vorrebbe abolire il coprifuoco già da lunedì prossimo. Ipotesi al momento remota, il ministro della Salute, Roberto Speranza, frena: “Il Covid non è sconfitto”.

Invita alla cautela anche l’infettivologo Massimo Galli: “Guardiamo i numeri, per me il segnale deve essere di attenzione. Se apriamo veramente tutto, non ci sarà più l’attenzione come sta accadendo già da 15-20 giorni”, dice il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano su SkyTg24, rispondendo alla domanda sulla possibilità che il coprifuoco venga spostato alla mezzanotte. “Per controllare i contagi è sempre più decisivo procedere velocemente con la campagna vaccinale. O il vaccino verrà aggiornato a tutte le varie varianti, o altrimenti con questo che stiamo usando l’immunità di gregge non la raggiungeremo mai”, conclude Galli.

La quarantena

Appare impensabile che gli stranieri decidano di trascorrere le vacanze in Italia dovendo rimanere in isolamento. Di Maio e Speranza hanno già tracciato il percorso per abolire questa regola. Dal 15 maggio chi arriva dai Paesi europei, dal Regno Unito e da Israele non dovrà rimanere cinque giorni in quarantena.

All’ingresso in Italia, per poter circolare liberamente basterà avere un certificato che attesti di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid o di aver effettuato un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti. Dal 15 giugno la stessa regola sarà valida anche per tutti gli altri Stati che avranno un’alta percentuale di persone immunizzate. Il parametro sarà deciso durante la riunione del G7 Salute che si svolgerà il 3 giugno, ma l’orientamento è di fissare la soglia al 65% dei vaccinati. Se per quella data non sarà operativo il “pass verde” europeo, sarà sufficiente la certificazione con uno dei tre requisiti per soggiornare senza ulteriori obblighi.

I criteri di valutazione

Le Regioni chiedono di modificare i criteri di valutazione per rimanere in fascia gialla. In particolare vorrebbero dare valore minore all’indice di contagiosità Rt. Attualmente oltre l’1 si entra in fascia arancione, se supera invece l’1,25 scatta la zona rossa. L’ipotesi più concreta è lasciare invariate le soglie, ma agevolare le regioni a rischio che hanno un maggior numero di vaccinati, soprattutto tra gli over 70. In base a questo criterio già venerdì tutta Italia potrebbe essere gialla.

Il decreto in vigore dal 26 aprile prevede che bar e ristoranti possano accogliere i clienti, seduti al tavolo, soltanto all’aperto. Dal 1° giugno si potrà stare nei locali anche al chiuso, ma sempre seduti al tavolo: norma che penalizza i bar, dove non è previsto che si possa rimanere all’interno per una consumazione in piedi. L’asporto di cibo e bevande — peraltro con il divieto di stazionare nei pressi del locale — scoraggia i clienti e non agevola la ripartenza vera di queste attività. Ecco perché dal 1° giugno o forse addirittura prima si pensa di consentire l’ingresso libero, mantenendo almeno un metro di distanza tra le persone e indossando la mascherina quando non si mangia e beve.

Centri commerciali e matrimoni

Presto potrebbero riaprire anche i centri commerciali nel fine settimana, forse dal 22 maggio, con una ripartenza che varrebbe per i giorni festivi e prefestivi. Per quanto riguarda i matrimoni, dopo l’approvazione delle linee guida per questo tipo di eventi, gli stessi potrebbero ripartire dal 15 giugno o dal primo luglio.

Le piscine

Il 15 maggio riaprono le piscine all’aperto e il 1° giugno si potrà tornare in palestra. Ma nessuna data è stata fissata per le piscine al chiuso, con perdite pesanti per circoli sportivi e strutture che non hanno possibilità alternative. L’ostacolo alla ripartenza è il divieto di utilizzo delle docce caldeggiato dagli scienziati, che però si pensa di superare con ingressi limitati negli spogliatoi e obbligo di sanificazione dei locali dopo l’utilizzo di ogni atleta. Se questa regola otterrà il via libera del Cts è possibile che il 1° giugno tutte le piscine possano tornare a funzionare.

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