In carcere accusato di essere boss di ‘ndrangheta: muore per Coronavirus

Detenuto Torino

E’ una delle vittime del Coronavirus, Antonio Ribecco, 59 anni, accusato di essere un boss della ’Ndrangheta, detenuto nel carcere di Voghera.

E’ deceduto in un ospedale di Milano, dove era ricoverato da circa una settimana per Covid-19 e altre patologie. Si tratta del secondo detenuto che muore per coronavirus. L’uomo era finito in carcere lo scorso dicembre con l’accusa di essere uno dei boss e referente di un sodalizio criminale con collegamenti in Calabria. La salma, scrive il Messaggero.it, sarebbe stata trasferita nel paese d’origine, San Leonardo di Cutro, in provincia di Crotone. La famiglia avrebbe chiesto chiarezza sulle circostanze della morte, affidandosi ai propri legali, secondo quanto racconta il quotidiano on line di Roma.

E’ deceduto in un ospedale di Milano, dove era ricoverato da circa una settimana per Covid-19 e altre patologie. Si tratta del secondo detenuto che muore per coronavirus. L’uomo era finito in carcere lo scorso dicembre con l’accusa di essere uno dei boss e referente di un sodalizio criminale con collegamenti in Calabria. La salma, scrive il Messaggero.it, sarebbe stata trasferita nel paese d’origine, San Leonardo di Cutro, in provincia di Crotone. La famiglia avrebbe chiesto chiarezza sulle circostanze della morte, affidandosi ai propri legali, secondo quanto racconta il quotidiano on line di Roma.

Il sindacato di polizia penitenziaria fa sentire la sua voce. “La morte del secondo detenuto nelle carceri italiane aumenta ancora di più l’attenzione da parte nostra sulla situazione dei contagi da Covid-19 all’interno degli istituti. Sono molti gli istituti in Italia che sono oramai in enorme difficoltà per il propagarsi del virus tra i detenuti e i poliziotti. Bologna, Verona, Voghera e Pisa sono solo alcuni delle carceri in cui i contagi si contano a decine da una parte e dall’altra. Solo a Verona ci sono 50 contagiati tra poliziotti e detenuti. Siamo molto preoccupati vista l’incapacità dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia di gestire le criticità che ogni giorno si presentano”, afferma Aldo di Giacomo del sindacato S.PP..

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