Si chiude con una condanna il primo capitolo giudiziario a carico di Antonio Talotta, 36 anni, di Catanzaro, giudicato con rito abbreviato accusato di aver dato fuoco il 6 gennaio 2018 al Lido Lo Jonio, struttura adibita a stabilimento balneare situata nel quartiere marinaro del capoluogo, provocandone la completa distruzione. Il gup del Tribunale di Catanzaro Carmela Tedesco ha sentenziato per l’imputato, difeso dal legale Arnaldo Celia, un anno e quattro mesi, pena sospesa, mentre il pubblico ministero Chiara Bonfadini ha invocato due anni e otto mesi di reclusione, richiesta alla quale si sono associati le parti civili Giovanni Valentino proprietario del locale, rappresentato dall’avvocato Rita Cellini ( che si è costituito in apertura di udienza , non essendo mai stato indicato come parte offesa nel decreto che dispone il giudizio) e Matilde Talotta sorella dell’imputato e gestore della struttura, difesa dall’avvocato Giuseppe Carvelli.
Il doppio incendio. Secondo la ricostruzione dei fatti intorno alle 13 del 6 gennaio 2018 le fiamme divorarono la struttura in legno in quel periodo chiusa al pubblico, distruggendo il locale, nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco. L’attività investigativa nell’immediatezza aveva rilevato la natura dolosa dell’incendio, portando il titolare del fascicolo ad individuare Talotta come presunto responsabile, incastrato dal sistema di videosorveglianza installate nella zona. Non era la prima volta che il locale era stato preso di mira: già qualche mese prima, per l’esattezza il 19 luglio del 2017, in piena stagione estiva, lo stabilimento balneare andò a fuoco, compromettendo l’agibilità della struttura e anche in quel caso la pista seguita dagli inquirenti è stata quella dell’incendio doloso, ma le indagini, in questo caso, non hanno ancora portato ad alcun esito.
Il doppio incendio. Secondo la ricostruzione dei fatti intorno alle 13 del 6 gennaio 2018 le fiamme divorarono la struttura in legno in quel periodo chiusa al pubblico, distruggendo il locale, nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco. L’attività investigativa nell’immediatezza aveva rilevato la natura dolosa dell’incendio, portando il titolare del fascicolo ad individuare Talotta come presunto responsabile, incastrato dal sistema di videosorveglianza installate nella zona. Non era la prima volta che il locale era stato preso di mira: già qualche mese prima, per l’esattezza il 19 luglio del 2017, in piena stagione estiva, lo stabilimento balneare andò a fuoco, compromettendo l’agibilità della struttura e anche in quel caso la pista seguita dagli inquirenti è stata quella dell’incendio doloso, ma le indagini, in questo caso, non hanno ancora portato ad alcun esito.