Nuovo inceneritore in provincia di Catanzaro, anomalie sulla tracciabilità dei rifiuti

Il sindaco chiede chiarimenti, ma viene ignorato: "Incompletezza documentale per quanto concerne soprattutto la tracciabilità dei rifiuti"

Dopo il rinvio al 27 settembre della conferenza dei servizi per l’autorizzazione di un nuovo impianto di produzione di combustibile solido secondario (CSS) derivato dalla lavorazione dei rifiuti nel territorio di Marcellinara proposto dalla CalMe, rimangono sul tavolo, ancora senza risposte, le osservazioni avanzate dal Comune dell’Istmo. E’ stata evidenziata, infatti, dall’Ente l’incompletezza documentale per quanto concerne soprattutto la tracciabilità dei rifiuti stessi (sia quelli in ingresso per la produzione del CSS sia quelli in uscita come CSS), l’aggravio di traffico relativo alla loro movimentazione, e la valutazione accurata delle potenziali emissioni inquinanti. Il sindaco del Comune di Marcellinara Vittorio Scerbo ha osservato che non sono condivisibili e non corrispondono a quanto contenuto nella documentazione presentata dal soggetto proponente le informazioni che l’impianto non abbia ricadute sul piano urbanistico ed ambientale in quanto renderebbe possibile la cosiddetta economia circolare.

Emissioni di ammoniaca ed ossido di carbonio dell’impianto esistente

Emissioni di ammoniaca ed ossido di carbonio dell’impianto esistente

“L’impianto di cui viene chiesta l’autorizzazione – ha spiegato il Sindaco Vittorio Scerbo – tratta rifiuti urbani tal quali, residuali alla raccolta differenziata, per trasformarli in un combustibile derivato da rifiuti, indicato con la sigla CSS, che il soggetto proponente stesso afferma andrà bruciato nel forno dell’esistente cementificio. È quindi chiaro a chiunque che l’insieme dell’impianto CSS più il forno del cementificio si configura come un classico co-inceneritore”. “Non ha senso – ha evidenziato il sindaco Vittorio Scerbo – invocare l’economia circolare perché in un’operazione di tal genere non c’è alcuna circolarità, perché nulla viene reimmesso nel ciclo produttivo. Si tratta di uno smaltimento definitivo che, nella migliore delle ipotesi, consente un recupero energetico. Perché tale recupero sia sostenibile e senza danni per la salute dei cittadini occorrerebbe però che il forno del cementificio si dotasse di quei sistemi di abbattimento degli inquinanti che il Comune di Marcellinara ha fortemente richiesto alcuni anni fa. Poi la CalMe decise di rinunciare all’iniziativa per, si disse allora, il bene dei cittadini di Marcellinara. Impegno che ha visto un ripensamento con il progetto per il quale si richiede oggi l’autorizzazione e per il quale sarebbe stato auspicabile un tavolo tecnico preliminare”. E’ opportuno ricordare come il Comune di Marcellinara abbia anche richiesto l’aggiornamento del Piano di Monitoraggio e Controllo per quanto riguarda le emissioni di ammoniaca ed ossido di carbonio dell’impianto esistente.

In foto: Un impianto di produzione di combustibile solido secondario (CSS)

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