Inchiesta “Arsenico”, M5S: “Adeguare norme su ecoreati”

tassa sulla 'nduja M5S

«Il Movimento 5 stelle, affiancando il meetup locale, da tempo segue le vicende dell’impianto di depurazione di Bisignano, uno dei più grandi d’Italia». L’eurodeputata Laura Ferrara interviene con queste parole sull’inchiesta “Arsenico” che ha fatto luce sull’inquinamento delle acque del fiume Mucone, in prossimità del grande depuratore industriale Consuleco di Bisignano, nel Cosentino.

«L’esito delle indagini evidenzia – spiega – una situazione allarmante, sia dal punto di vista dell’inquinamento ambientale e sia del possibile pericolo per la salute pubblica. Mentre la magistratura continuerà il proprio lavoro alla ricerca della verità e delle responsabilità, le istituzioni non possono tirarsi indietro e devono dare segnali concreti alla cittadinanza. In questo senso – continua Ferrara – credo che la richiesta portata avanti dal meetup di Bisignano “Cittadini in Movimento”, affinché l’Amministrazione comunale, in via precauzionale, recida ogni tipo di rapporto con la società che gestisce l’impianto, sia assolutamente legittima. D’altronde lo stesso statuto del Comune di Bisignano all’articolo 9 comma 2 recita testualmente “All’interno del territorio comunale non è consentito l’insediamento di impianti altamente inquinanti”. I gestori risultano al momento indagati – ricorda – per danno ambientale e il depuratore è stato posto sotto sequestro. In quell’impianto venivano trattati rifiuti industriali pericolosissimi, provenienti da tutta Italia. Secondo le indagini, grazie ad un bypass abusivo, tali rifiuti venivano sversati direttamente nel Mucone. Se in sede di giudizio si dovessero accertare i fatti contestati, e quindi anche le diverse denunce portate avanti dai cittadini, dagli attivisti e dal Movimento 5 stelle, lo stato di inquinamento delle acque e del territorio circostante sarebbe davvero preoccupante”. A parere di Ferrara, “se da un lato la legge sugli ecoreati permette di agire in maniera mirata e tempestiva su questa tipologia di reati, dall’altro lato bisogna implementarla, così come chiede anche il Procuratore Spagnuolo, con strumenti normativi in grado di evidenziare l’incidenza sulla salute. In Calabria  – sottolinea – aspettiamo ancora l’attivazione del registro tumori, che in questo caso sarebbe stato di grande aiuto nel fornire una mappa dell’incidenza cancerogena nella zona. Nel frattempo sono certa che i nostri Portavoce nazionali lavoreranno affinché alle autorità giudiziarie siano messi a disposizione nuovi e migliori strumenti per contrastare tali condotte illecite».

«L’esito delle indagini evidenzia – spiega – una situazione allarmante, sia dal punto di vista dell’inquinamento ambientale e sia del possibile pericolo per la salute pubblica. Mentre la magistratura continuerà il proprio lavoro alla ricerca della verità e delle responsabilità, le istituzioni non possono tirarsi indietro e devono dare segnali concreti alla cittadinanza. In questo senso – continua Ferrara – credo che la richiesta portata avanti dal meetup di Bisignano “Cittadini in Movimento”, affinché l’Amministrazione comunale, in via precauzionale, recida ogni tipo di rapporto con la società che gestisce l’impianto, sia assolutamente legittima. D’altronde lo stesso statuto del Comune di Bisignano all’articolo 9 comma 2 recita testualmente “All’interno del territorio comunale non è consentito l’insediamento di impianti altamente inquinanti”. I gestori risultano al momento indagati – ricorda – per danno ambientale e il depuratore è stato posto sotto sequestro. In quell’impianto venivano trattati rifiuti industriali pericolosissimi, provenienti da tutta Italia. Secondo le indagini, grazie ad un bypass abusivo, tali rifiuti venivano sversati direttamente nel Mucone. Se in sede di giudizio si dovessero accertare i fatti contestati, e quindi anche le diverse denunce portate avanti dai cittadini, dagli attivisti e dal Movimento 5 stelle, lo stato di inquinamento delle acque e del territorio circostante sarebbe davvero preoccupante”. A parere di Ferrara, “se da un lato la legge sugli ecoreati permette di agire in maniera mirata e tempestiva su questa tipologia di reati, dall’altro lato bisogna implementarla, così come chiede anche il Procuratore Spagnuolo, con strumenti normativi in grado di evidenziare l’incidenza sulla salute. In Calabria  – sottolinea – aspettiamo ancora l’attivazione del registro tumori, che in questo caso sarebbe stato di grande aiuto nel fornire una mappa dell’incidenza cancerogena nella zona. Nel frattempo sono certa che i nostri Portavoce nazionali lavoreranno affinché alle autorità giudiziarie siano messi a disposizione nuovi e migliori strumenti per contrastare tali condotte illecite».

Redazione Calabria 7

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