Inchiesta sul Porto di Catanzaro, il dirigente comunale in vacanza con la barca dei migranti

Nell'informativa i motivi dell'esclusione della società dei fratelli Morace e le pressioni politiche per far vincere la gara alla Navylos

di Gabriella Passariello- L’opportunità di avviare progetti sul porto di Catanzaro soprattutto per la sua posizione strategica sul versante turistico ionico calabrese negli ultimi anni sembra non essere sfuggita agli amministratori locali, che avrebbero adottato comportamenti poco edificabili per facilitare imprenditori con la complicità di pubblici funzionari. Ed è lungo l’elenco dei nomi dei politici di Palazzo De Nobili, che in base all’informativa della Mobile e della Digos avrebbero dato “una mano” ai loro amici per realizzare i loro obiettivi nell’ambito dell’inchiesta sulle irregolarità del Porto che ha portato la Procura guidata da Nicola Gratteri a chiudere l’inchiesta nei conforti di 8 indagati (LEGGI QUI). Il bando per la gestione dei pontili di attracco delle barche nel Porto di Catanzaro ha visto la partecipazione di società che non avrebbero potuto partecipare alla gara, perché ciascuna carente di uno o più requisiti. Tutte e tre le ditte interessate, mettendo in luce le carenze altrui, hanno nascosto le  proprie tentando di percorrere la via della raccomandazione politica (LEGGI QUI). In questo contesto si è mosso il dirigente Andrea Adelchi Ottaviano che in più circostanze avrebbe assunto determinazioni che sembrano violare norme di legge del bando stesso. Violazioni, ammesse dallo stesso funzionario in alcune esternazioni con la collaboratrice Marzia Milano, che solo se valutate superficialmente possono essere considerate come un maldestro tentativo di non far sì che vada deserto il bando e garantire la gestione del porto. Di fatto Ottaviano “ha sfruttato deliberatamente tale situazione, adottando criteri di valutazione difformi per favorire alcuni concorrenti a discapito di altri”.

“Se tu fai lo stronzo con me, io lo faccio con te”

“Se tu fai lo stronzo con me, io lo faccio con te”

La circostanza sarebbe emersa in modo palese l’8 gennaio 2021, quando dovendo giustificare con la Milano l’esclusione della società Morace e la vittoria di Raul Mellea della Navylos, Ottaviano candidamente risponde: “noi l’abbiamo escluso anche perché lui è uno stronzo, se tu fai lo stronzo con me, io faccio lo stronzo con te”. E nemmeno Ottaviano sarebbe stato indifferente alle pressioni che gli sarebbero arrivate dai rappresentanti politici del Comune. A confermarlo è lui stesso, quando consapevole del fatto che la procedura adottata presta il fianco a censure, afferma: “perché lì per noi c’era un autorizzatore, siamo perdenti su tutta la linea sulla cosa Mellea, non è che ci vanno di sotto altri”, (facendo riferimento ai membri dell’Assise comunale ndr). Ma al di là delle possibili ricadute sulla procedura del bando di gara, il funzionario avrebbe sovrapposto in alcuni momenti il suo incarico pubblico con quello di componente di una onlus. Avrebbe agito allo stesso tempo come dirigente dell’Amministrazione comunale da un lato e socio fondatore dell’onlus “Vela solidale” dall’altro, tutto ciò anche grazie al benestare di un noto politico del Comune. La normativa vigente prevede la possibilità che le imbarcazioni utilizzate dagli scafisti per il traffico dei migranti possano essere assegnate anche ad Enti o Associazioni onlus che ne facciano richiesta motivata. Nulla di anomalo se non fosse che Ottaviano con l’avallo del politico di centrodestra, chiede, per nome e per conto del Comune di Catanzaro, l’assegnazione di un’imbarcazione, con lo scopo di conferirla all’associazione di cui lui stesso è socio fondatore. Una vicenda ricostruita in alcune conversazioni. In seguito ad alcuni sbarchi sulla costa Jonica reggina, sono state sequestrate due barche a vela, attraccate agli ormeggi militari della Guardia di finanza all’interno del porto di Roccella Jonica, la Cadenza e la Marmarisca. La prima è stata assegnata all’associazione dilettantistica di Soverato, la seconda al Comune di Catanzaro su richiesta del dirigente Ottaviano. Quest’ultimo contatta  la segreteria di un pm di Locri, per ricevere informazioni sulla procedura di assegnazione relativa alla Marmarisca, attraccata sugli ormeggi della Guardia di finanza di Roccella Jonica. Il segretario non è aggiornato sulla vicenda e prega Ottaviano di richiamare in seguito. Il dirigente dopo aver precisato che la richiesta era stata inoltrata direttamente dal Comune di Catanzaro, precisa le ragioni del sollecito: “dovendo dire alla ragioneria del Comune quali sono le poste da mettere in bilancio per le operazioni tecniche da fare… e deve quindi chiedere di statuire uno specifico capitolo di bilancio per le relative spese che il Comune deve affrontare”. Nell’informativa si sottolinea che non è dato sapere se questa sia una motivazione reale o una semplice scusa per velocizzare la procedura di assegnazione. Vero è che tale considerazione il dirigente la riformulerà anche in seguito con altri interlocutori istituzionali, circostanza che potrebbe avvalorare l’ipotesi che la spesa di denaro comunale serviva per “rendere operativa” un’imbarcazione destinata di fatto all’associazione onlus riconducibile allo stesso dirigente comunale.

“Avverto il deus ex machina”

Vengono captate anche le conversazioni tra un maresciallo della Gdf di Roccella e un componente di “Vela Solidale”:  il finanziare comunica ad Ottaviano che è arrivata l’assegnazione al Comune di Catanzaro relativa all’imbarcazione Marmarisca, per cui l’ha chiamato per stabilire orientativamente una data per il verbale di consegna. Ottaviano riferisce che chiamerà il politico che definisce deus ex machina di questa operazione, facendone nome e cognome. Aggiunge che il Comune aveva chiesto al magistrato notizie in merito per consentire all’ente di predisporre in bilancio le poste per le spese da affrontare inerenti l’imbarcazione. I due si accordano per sentirsi, anche perché per poterla spostare, la barca doveva avere tutte le certificazioni oppure bisognava parlare con la Capitaneria per un certificato di galleggiabilità ed avere l’autorizzazione per trasferirla in un altro porto.

In vacanza con la barca dei migranti

In una conversazione captata il 13 febbraio dell’anno scorso, il maresciallo della Guardia di finanza di Roccella Jonica comunica ad Ottaviano che la Marmarisca è stata assegnata al Comune di Catanzaro, concordando un appuntamento per la formale consegna della barca. Il dirigente riferisce al militare che informerà anche il deus ex machina dell’intera operazione, mentre subito dopo telefona all’altro socio fondatore di “Vela Solidale”. La conversazione è significativa, per gli investigatori, palesando gli intenti dell’operazione e gli interessi squisitamente personali: “ la barca la dobbiamo rendere non solo navigabile, ma anche abitabile. E l’altro socio replica: “possiamo iniziare immediatamente a fare anche le uscite perché si ripaghi la barca no? Perché la barca deve uscire per ripagarsi da sola”. E Ottaviano trova la soluzione: “Sapete che vi dico, la prendo io per un mese, me ne vado in vacanza vi do 500 euro. Su questa cosa poi ci inventeremo un regolamento nostro interno”.

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