Inchiesta “Why not”, Luigi De Magistris condannato per diffamazione

de Magistris politiche 2022

La Corte d’Appello di Catanzaro, seconda sezione civile, – Carmela Ruberto presidente, Silvana Ferriero, Anna Maria Raschellà a latere – ha condannato per diffamazione l’ex magistrato e attuale sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il politico dovrà pagare 20mila euro e pubblicare la sentenza che lo condanna sul suo blog, dal quale tutto è partito, entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza. A proporre appello era stato Maurizio Mottola di Amato, legale rappresentante della Impremed spa nonché marito del giudice Abigail Mellace, che ha svolto le funzioni di gup presso il Tribunale di Catanzaro nel processo denominato “Why not”. A ottobre 2010 De Magistris aveva scritto sul proprio blog www.luigidemagistris.it due articoli titolati “Le Mistificazioni del regime” e “Il giudice di Why not… non di Berlino”, articoli poi ripresi da un quotidiano calabrese. Secondo Mottola di Amato «l’autore avrebbe riferito notizie false e incomplete sulla sua vicenda processuale senza dare conto del suo esito, contestualizzandole in un ambiente giudiziario caratterizzato a suo dire da indebiti aggiustamenti processuali e utilizzando espressioni denigratorie e lesive della sua reputazione personale e imprenditoriale”.

Mottola di Amato era stato implicato nel processo “Splendor” avviato nel 2004 ma De Magistris avrebbe omesso di precisare nei propri articoli che la richiesta di misura cautelare era stata rigettata dal gip di Catanzaro; che analoga sorte aveva avuto la richiesta di sequestro preventivo della società Impremed con statuizione confermata dal Tribunale del riesame e dalla Corte di Cassazione; che il giudizio abbreviato si era concluso con la sua assoluzione con formula piena da tutti i reati lui ascritti (turbativa d’asta, truffa e violazione in materia ambientale, di sicurezza e igiene del lavoro) con sentenza definitiva dal lontano 2006. De Magistris, in qualità di presidente della Commissione di controllo dei bilanci del Parlamento europeo aveva chiesto al Parlamento europeo di difendere la sua immunità. Nel 2012 il Tribunale di Catanzaro si era espresso con un non doversi procedere perché giudicava l’imputato non punibile per immunità parlamentare.

Mottola di Amato era stato implicato nel processo “Splendor” avviato nel 2004 ma De Magistris avrebbe omesso di precisare nei propri articoli che la richiesta di misura cautelare era stata rigettata dal gip di Catanzaro; che analoga sorte aveva avuto la richiesta di sequestro preventivo della società Impremed con statuizione confermata dal Tribunale del riesame e dalla Corte di Cassazione; che il giudizio abbreviato si era concluso con la sua assoluzione con formula piena da tutti i reati lui ascritti (turbativa d’asta, truffa e violazione in materia ambientale, di sicurezza e igiene del lavoro) con sentenza definitiva dal lontano 2006. De Magistris, in qualità di presidente della Commissione di controllo dei bilanci del Parlamento europeo aveva chiesto al Parlamento europeo di difendere la sua immunità. Nel 2012 il Tribunale di Catanzaro si era espresso con un non doversi procedere perché giudicava l’imputato non punibile per immunità parlamentare.

Secondo i giudici d’Appello le argomentazioni spese dal giudice di primo grado non sono convincenti. “La Corte di Giustizia sul tema ha più volte affermato il principio secondo il quale il parlamentare europeo può godere dell’immunità parlamentare per le opinioni espresse fuori della sede parlamentare (extra moenia) laddove siano esercizio delle sue funzioni parlamentari, ossia quando tra le dichiarazioni e le funzioni parlamentari vi sia un nesso diretto ed evidente”. Negli articoli le opinioni espresse da de Magistris sul modo di esercizio delle funzioni giurisdizionali da parte del giudice Mellace nell’ambito del processo Why not e sulla diversa vicenda giudiziaria del marito appaiono come “frutto di considerazioni del tutto personali maturate nella veste di ex pubblico ministero di quel processo penale”.

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