Indennità ai Capi di Gabinetto: la Corte dei Conti assolve Oliverio, Stasi e Scopelliti

La Regione Calabria è stata condannata al pagamento delle spese legali per un ammontare di 3.500 euro
Corte dei Conti

La sezione centrale di Appello della Corte dei Conti ha respinto l’appello della Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro e ha confermato la sentenza di primo grado che assolve Mario Oliverio, Antonella Stasi e Giuseppe Scopelliti. Secondo la Procura regionale, Mario Oliverio (difeso dall’avvocato Alfredo Gualtieri), Giuseppe Scopelliti (difeso dal legale Paolo Filippo Arillotta) e Antonella Stasi (difesa dagli avvocati Natale Filiberto e Cinzia Di Marco) avrebbero determinato “per grave negligenza, la corresponsione, per le annualità dal 2013 al 2015, della retribuzione di risultato a due dirigenti che si erano succeduti nella carica di capo dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale”.

La contestazione

La contestazione

La contestazione riguardava la liquidazione in favore degli ex capo di gabinetto Elena Scalfaro di 22.160 euro e di 20.625 euro rispettivamente per gli anni 2013 e 2014, e Gaetano Pignatelli di 15.734,25 euro per il 2015, appunto senza la predeterminazione degli obiettivi. Per i giudici contabili “l’intero sistema di valutazione della performance del Capo di gabinetto prescindeva dalla preassegnazione degli obiettivi. E ciò, peraltro, non costituisce una preoccupante anomalia ove si abbia riguardo alla peculiarità delle funzioni coadiutorie che quella struttura era chiamata a svolgere nell’interesse del vertice istituzionale”.

“Nessuna preoccupante anomalia”

Ma per i giudici contabili di secondo grado, il fatto “non costituisce una preoccupante anomalia ove si abbia riguardo alla peculiarità delle funzioni coadiutorie che quella struttura era chiamata a svolgere nell’interesse del vertice istituzionale. A fronte di un simile scenario, cristallizzato in inequivoche previsioni regolamentari – si legge ancora nel provvedimento -, non è configurabile la prospettata condotta dannosa, ponendosi le erogazioni delle indennità di risultato in coerenza con la positiva valutazione compiuta seconda la specifica procedura prevista per tale figura della disciplina di settore”. La Regione Calabria è stata condannata al pagamento delle spese legali per un ammontare di 3.500 euro.

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