di Rita Tulelli – Il professore Pietro Migliaccio è nato a Catanzaro ed è laureato in Medicina e Chirurgia, svolge il libero docente in Scienza dell’Alimentazione e Specialista in Gastroenterologia ed esperto in Auxologia.
Da anni svolge a Roma la professione di Nutrizionista e Dietologo Clinico e attività didattica presso varie Università italiane partecipando a conferenze e seminari. Per oltre 25 anni è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, attuale INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione con il quale continua a collaborare per le attività di Educazione Alimentare e di Ricerca.
Da anni svolge a Roma la professione di Nutrizionista e Dietologo Clinico e attività didattica presso varie Università italiane partecipando a conferenze e seminari. Per oltre 25 anni è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, attuale INRAN – Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione con il quale continua a collaborare per le attività di Educazione Alimentare e di Ricerca.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito biochimico e nutrizionale, collabora attivamente con la stampa e con numerose testate radiotelevisive per la divulgazione di temi riguardanti gli alimenti, la nutrizione e la salute, tra i quali ha anche curato una rubrica di nutrizione all’interno del programma “I fatti vostri” di Rai Due.
E’ stato nominato all’unanimità Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (S.I.S.A) nel marzo 2010 ed attualmente riveste la carica di Presidente Onorario, è componente del Consiglio Direttivo della FeSIN (Federazione delle Società Italiane di Nutrizione), per molti anni è stato membro del Consiglio Direttivo della FIMMG e nell’anno 2017 riceve il premio internazionale “Foyer” conferito ogni anno nella città di Roma a personalità della Cultura, dell’Arte e della Scienza che con il loro impegno costante hanno contribuito al progresso della società.
La famiglia, gli amici, gli insegnanti, a volte possono avere a fianco una ragazza che soffre di disturbi alimentari, ci sono dei segnali particolari, che andrebbero presi in considerazione?
I disturbi del comportamento alimentare comprendono un insieme di patologie che sono caratterizzate da importanti cambiamenti di tipo comportamentale, psicologico e fisiologico di un individuo, non sempre di facile interpretazione e che colpiscono soprattutto gli adolescenti.
I principali segnali che possono aiutare i genitori, gli insegnanti e gli amici ad intuire un disturbo del comportamento alimentare sono i seguenti:
– Cambiamenti delle scelte alimentari: maggiori introduzione di acqua, aumento del consumo di vegetali, riduzione drastica dei condimenti, eliminazione del grasso visibile dai cibi e abolizione di alimenti ricchi di carboidrati come la pasta e il pane;
– Possibilità di abbuffate saltuarie a periodi di restrizione alimentare;
– Eccessiva attenzione al peso in relazione alla quale l’adolescente può salire sulla bilancia anche più volte al giorno;
– Aumento dell’attività fisica;
– Modificazioni comportamentali quali depressione, ansia, apatia, insonnia, diminuita capacità di concentrazione, sbalzi di umore che passa dall’ euforia all’ irritabilità;
– Cambiamenti fisici come un notevole dimagrimento o l’aumento del peso; inoltre si possono manifestare disturbi gastrointestinali, stipsi, riduzione dell’interesse sessuale e amenorrea (assenza del ciclo mestruale). Talvolta possono riscontrarsi sulle nocche delle dita alcune lesioni dovute all’induzione del vomito.
Quali sono le cause prevalenti che possono scatenare il disturbo alimentare, negli adolescenti?
I disturbi del comportamento alimentare possono essere causati da molteplici fattori: genetici, psicologici e socioculturali. Disturbi d’ansia e disturbi ossessivi possono essere predisponenti ai DCA, così come fattori individuali quali i disturbi dell’umore e della personalità. Altrettanto importanti nella determinazione di queste patologie sono i fattori culturali correlati ai rapporti con i coetanei e con la famiglia e l’influenza dei messaggi lanciati dai mass-media. Le cause specifiche che possono scatenare il disturbo alimentare sono traumi di varia natura, situazioni di stress, fallimenti sportivi, scolastici o sentimentali nonché diete rigide che l’adolescente, spesso, segue senza alcuna prescrizione medica.
Si tende spesso a parlare di un rapporto madre-figlia difficile, come causa dei disturbi alimentari, poi si finisce per colpevolizzare la famiglia. Lei cosa ne pensa?
A parte casi specifici, non esiste mai un solo fattore predisponente e scatenante un disturbo del comportamento alimentare. Sicuramente la famiglia ha un ruolo fondamentale per il corretto sviluppo psicofisico dei ragazzi. Molto spesso la separazione dei genitori o un disagio familiare sono alla base di un DCA. Non è raro che la famiglia di un adolescente affetto da DCA sia caratterizzata da una mamma iperprotettiva ed un papà assente, condizione che comporta alterazioni dei rapporti tra i familiari e sofferenza dell’adolescente. Talvolta è la reazione ad una madre obesa e pertanto il timore di diventare simile. Tuttavia non si può colpevolizzare solo i genitori. Ad esempio il sovrappeso e/o l’obesità durante l’adolescenza, specie se accompagnati dalla derisione da parte dei compagni, possono determinare lo sviluppo di vissuti depressivi profondi che sono poi alla base di un DCA. Anche i modelli di bellezza fisica che vengono proposti dai mass media possono essere causa di frustrazione e depressione per molti ragazzi, in quanto si tratta di modelli per la maggior parte irraggiungibili.
La letteratura riporta come età a rischio la fascia che va dai 14 ai 22 anni. Lei conferma questo dato?
Si, posso confermare. Nel Lazio si può stimare che circa 30.000 adolescenti di età compresa tra 14-24 anni soffrono di disturbi del comportamento alimentare (2.200 di anoressia nervosa e 7.300 di bulimia nervosa).
Come definirebbe i disturbi del comportamento alimentare?
I disturbi del comportamento alimentare si manifestano con una serie di patologie che nelle loro diverse espressioni utilizzano il corpo ed il cibo per mettere in evidenza un disagio psicologico. Si va dall’Anoressia Nervosa (AN) alla Bulimia Nervosa (BN), dal “Binge Eating Desorder” (BED) ad altri disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (DCANAS).
Come si affrontano oggi i disturbi alimentari, dall’infanzia all’adolescenza?
I disturbi del comportamento alimentare devono essere affrontati sia da un punto di vista nutrizionale che psicologico. Ogni intervento dovrà essere personalizzato in relazione al quadro patologico che si presenta ed anche in relazione alla gravità del disturbo. È opportuno rivolgersi ad un medico nutrizionista per garantire un’alimentazione adeguata alle necessità nutrizionali e ottimale per il raggiungimento del peso ideale. Inoltre è sempre necessario associare alla terapia nutrizionale anche un supporto psicologico. Una eventuale psicoterapia familiare è da valutarsi caso per caso.