Infermieri cosentini disperati: “Pronto soccorso e 118 allo sbando”

“Non si muore solo di Covid. Ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica per garantire sicurezza a tutti gli operatori e tutela ai pazienti"
medico aggredito cosenza

Servizio 118 e Pronto soccorso di Cosenza sono sempre più intasati ed allo sbando, per mancanza di personale. E’ la denuncia del presidente dell’Opi, l’ordine professionale degli infermieri, Fausto Sposato. “Non si muore solo di Covid – dice -. Le Pet, le postazioni di emergenza territoriali, sono messe male. Le ambulanze del 118 sono vecchie e capita, finanche, che il paziente si trova l’equipe medica solo per pura coincidenza e fortuna. Ad alcuni si, se va bene. Ad altri no, se va male. Il problema – secondo il presidente dell’Opi – è nell’organizzazione dell’intero sistema sanitario calabrese sempre più penalizzato dalla mancanza di risorse. Chi gestisce la filiera del 118 intervenga ed equilibri le scelte. O tutte con il personale a bordo oppure si chiuda, per garantire pari diritti ai cittadini e pari dignità agli operatori”, assicura Sposato. E tutto non può ricadere sulle spalle di quei dirigenti lasciati soli e senza risorse.

Servono personale e nuovi mezzi

Servono personale e nuovi mezzi

E’ tempo allora “di investimenti importanti tali da procedere con urgenza a nuovi mezzi ed assunzioni: il sistema a macchia di leopardo non funziona e non può più essere tollerato”, il suo j’accuse. Sposato parla di “criticità legate non solo all’aumento dei contagi previsti ma non organizzati” ma anche ai “progetti mancanti nel medio e lungo termine. Si naviga a vista”. Non è più pensabile, per gli infermieri cosentini, “assistere impassibili alla disgregazione continua e costante del sistema sanitario”. Senza parlare, aggiunge, “dei turni massacranti, dei concorsi non fatti, delle selezioni errate e delle aggressioni ripetute che molti colleghi continuano ad avere”. Da qui la presa di posizione: “Ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica per garantire sicurezza a tutti gli operatori e tutela ai pazienti. Intervenga, parimenti, il prefetto di Cosenza. Sia per la querelle del 118 sia per il Pronto soccorso di Cosenza con cittadini che attendono risposte ed operatori che aspettano certezze”.

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