Insulti e dispetti ai genitori di Matteo Vinci: “ammonita” la figlia di Rosaria Mancuso

Il provvedimento adottato dal questore di Vibo dopo la denuncia dei coniugi Vinci-Scarpulla, vittime di una serie di atti persecutori da parte di Rosina Di Grillo

di Mimmo Famularo – Assolta dal gup di Catanzaro per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, il nome di Rosina Di Grillo, 40 anni di Limbadi, figlia di Rosaria Mancuso, torna alla ribalta della cronaca. Il questore di Vibo Valentia Raffaele Gargiulo ha infatti adottato nei suoi confronti un decreto di ammonimento intimandole di tenere una condotta conforme alla legge. Un “cartellino giallo” arrivato per una serie di atti persecutori che la donna avrebbe compiuto contro i coniugi Vinci-Scarpulla, i genitori di Matteo Vinci, il caporalmaggiore ucciso con un’autobomba nell’aprile del 2018.

L’istanza di ammonimento dei Vinci

L’istanza di ammonimento dei Vinci

A denunciare il comportamento della Di Grillo erano stati proprio Francesco Antonio Vinci e Rosaria Scarpulla, assistiti dal loro legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe De Pace. La figlia di Rosaria Mancuso è accusata di “reiterate azioni di invasione dei terreni di proprietà dei coniugi Vinci-Scarpulla, di danneggiamento dei paletti di recinzione dei terreni e di continui atti provocatori e frasi di scherno”. Provocazioni, insulti e dispetti che – secondo quanto si legge nel provvedimento adottato dal questore – hanno ingenerato nei due anziani genitori di Matteo Vinci un grave stato di ansia e di paura tale da indurli a cambiare le loro abitudini. A sostegno di quanto denunciato dai due coniugi anche un’informativa dei Carabinieri della Stazione di Limbadi dove i Vinci hanno denunciato quanto avvenuto.

Il “cartellino giallo” del questore di Vibo

Per il questore la stessa Rosina Di Grillo non ha fornito alcuna giustificazione alle condotte contestate e nelle memorie difensive si è limitata ad affermare di essere “vittima di invasioni e danneggiamenti in relazione a porzioni di terreno oggetto di una controversia giudiziaria” che va avanti da anni. Da qui all’ammonimento a non proseguire con gli “atti persecutori” denunciati dai Vinci-Scarpula per non incorrere in un procedimento penale che potrebbe portare a una condanna compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. Contro il decreto firmato dal questore Gargiulo Rosina Di Grillo potrà ricorrere rivolgendosi al Prefetto di Vibo Valentia, al Tar della Calabria e, in via definitiva, al presidente della Repubblica.

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