Intrigo internazionale sui droni da guerra diretti in Russia sequestrati nel porto di Gioia Tauro

La meta finale, ufficialmente, era il Qatar, dovevano essere utilizzati per i mondiali di calcio. Ma non è chiaro se l'Emirato fosse la reale destinazione
porto gioia tauro

I droni da guerra made in Usa sequestrati nel porto di Gioia Tauro e diretti in Russia sono droni “difensivi”. Quindi si tratta in sostanza di armi che devono prevenire ed evitare attacchi da parte di forze armate nemiche. Il caso viene portato alla luce da Repubblica e rappresenta una questione delicata per Washington. Le autorità americane hanno deciso – a partire da oggi – di sbarcare in forze in Calabria a Gioia Tauro. Si tratta di un gruppo composito di inquirenti e investigatori californiani. Questo pomeriggio, sino a domani, lavoreranno fianco a fianco con il procuratore capo di Palmi Emanuele Crescenti e con la Guardia di Finanza. Della vicenda è stata informata anche la Farnesina.

Indagini in corso sui droni statunitensi

Indagini in corso sui droni statunitensi

Sul caso indagano i pm italiani da diversi mesi. L’Italia, tra maggio e luglio, si è ritrovata al centro di un intrigo internazionale. A maggio, il Cremlino ha tentato di importare componenti militari “made in Usa” passando dall’Italia attraverso una complessa triangolazione. Ma la missione russa non è andata a buon fine e il materiale è stato bloccato a maggio dalle fiamme gialle e dall’agenzia delle dogane. L’intera partita era stata intercettata in Calabria. Diversi container stavano per lasciare le coste italiane, in partenza da Gioia Tauro dove erano arrivati dal Canada. La meta finale, ufficialmente, era il Qatar, dovevano essere utilizzati per i mondiali di calcio. Ma non è chiaro se l’Emirato fosse la reale destinazione prima di recapitare tutto il pacchetto nelle mani dei militari russi. Insomma, il giallo resta aperto. Non si escludono altre ipotesi come la possibilità di spegnere il localizzatore gps della nave container in partenza da Gioia Tauro per poi puntare, in incognito, sulla Siria, Paese alleato di ferro di Putin. Nel Mediterraneo orientale la Russia dispone di una fondamentale base militare, Tartus, dove i soldati avrebbero poi potuto imbarcare le preziose componenti su un areo cargo e raggiungere la Russia. Si tratta di un’ipotesi ancora da verificare. Gli Stati Uniti sono tra i migliori produttori dei droni. Mosca non dispone della sofisticata tecnologia per produrli ed è quindi alla disperata ricerca di questa arma per continuare a combattere la guerra in Ucraina.

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