Investita da un ciclista che scappò, 82enne muore dopo un mese

L'uomo, notato da alcuni testimoni, ai carabinieri disse di essere fuggito per paura dopo averla investita
sanità

E’ morta in una casa di cura l’82enne Angela Marello, insegnante in pensione di Marcianise (Caserta) che il 23 settembre scorso, mentre dalla messa tornava verso casa, fu investita da un ciclista, riportando un grave trauma cranico che la fece finire all’ospedale di Caserta in stato soporoso (uno stato di dormiveglia, ritenuto meno rischioso del coma). Inizialmente si ipotizzò anche un tentativo di rapina, ma le indagini dei carabinieri della Compagnia di Marciaenise, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, accertarono, anche perché la borsa fu trovata nelle vicinanze, che a colpire la Marello era stato un ciclista, che poi fuggì.

L’uomo venne successivamente rintracciato e denunciato per lesioni personali colpose. L’anziana, dopo oltre 15 giorni di ricovero all’ospedale di Caserta, è stata trasferita in una casa di cura, dove è morta. La Procura ha disposto il sequestro della salma per l’autopsia e se dovesse essere confermato che la morte è sopraggiunta per le lesioni riportate nell’investimento, l’imputazione del ciclista potrebbe diventare di omicidio colposo. L’uomo, notato da alcuni testimoni, ai carabinieri disse di non aver visto la Marello a causa della scarsa luminosità e di essere fuggito per paura dopo averla investita, senza rendersi conto della gravità dell’accaduto.

L’uomo venne successivamente rintracciato e denunciato per lesioni personali colpose. L’anziana, dopo oltre 15 giorni di ricovero all’ospedale di Caserta, è stata trasferita in una casa di cura, dove è morta. La Procura ha disposto il sequestro della salma per l’autopsia e se dovesse essere confermato che la morte è sopraggiunta per le lesioni riportate nell’investimento, l’imputazione del ciclista potrebbe diventare di omicidio colposo. L’uomo, notato da alcuni testimoni, ai carabinieri disse di non aver visto la Marello a causa della scarsa luminosità e di essere fuggito per paura dopo averla investita, senza rendersi conto della gravità dell’accaduto.

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