Investito durante Slalom: fissata udienza preliminare

L’incidente mortale si sarebbe potuto evitare. Per questo il pubblico ministero Corrado Cubellotti ha chiesto il rinvio a giudizio ed il Gup di Catanzaro Claudio Paris ha fissato per il 5 giugno p.v. l’udienza preliminare a carico di organizzatore e direttore di gara del “V Slalom Città di Amato”, corsa automobilistica in cui perse la vita Benito Gaglianese, di 77 anni .

Era la mattina del 24 settembre 2017 quando, durante il giro di ricognizione della corsa, una gara su percorso tortuoso e caratterizzata dalla presenza di molte curve, la vittima venne investita da una delle auto che si accingevano a prendere il via dopo aver ispezionato il tracciato. Prontamente soccorso, l’anziano venne ricoverato ma morì una ventina di giorni dopo a causa della gravità delle lesioni riportate.

Era la mattina del 24 settembre 2017 quando, durante il giro di ricognizione della corsa, una gara su percorso tortuoso e caratterizzata dalla presenza di molte curve, la vittima venne investita da una delle auto che si accingevano a prendere il via dopo aver ispezionato il tracciato. Prontamente soccorso, l’anziano venne ricoverato ma morì una ventina di giorni dopo a causa della gravità delle lesioni riportate.

La famiglia della vittima (assistita in questa fase dai legali fiduciari di Giesse Risarcimento Danni gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali mortali) chiede che sia fatta chiarezza su quanto accaduto in una giornata che avrebbe dovuto essere di festa ma che si trasformò nel peggiore dei giorni.

«Proprio ponendo l’attenzione e andando ad analizzare attentamente i doveri degli organizzatori della corsa relativi alla sicurezza siamo riusciti a scongiurare l’iniziale richiesta di archiviazione, alla quale ci siamo fermamente opposti – commentano soddisfatti Andrea Rubini e Anselmo Vaccaro, responsabili delle sedi Giesse calabresi di Catanzaro, Lamezia e Trebisacce – La successiva perizia disposta dalla Procura ci ha dato ragione, speriamo ora che sia fatta al più presto giustizia per questa morte assurda».

Gli immediati rilievi dei carabinieri e la successiva consulenza tecnica dell’ingegner Felice Marascio, disposta dal Pubblico Ministero, hanno infatti fatto luce sulla precisa dinamica del tragico incidente.

La vittima, con alcuni amici, si trovava a pochi passi dal guardrail per seguire la gara, in una zona che però avrebbe dovuto essere interdetta al pubblico proprio per la sua pericolosità.

La scarsa visuale del luogo, immediatamente dopo una curva, infatti, fu il fattore determinante del sinistro: impossibile, nonostante il tentativo estremo di frenata, per il pilota dell’Alfa Romeo 33 coinvolta evitare l’impatto col pedone improvvisamente comparso a centro strada mentre tornava dagli amici dopo essersi momentaneamente allontanato.

Non fu però solo l’imprudenza dello spettatore a causare l’incidente mortale: gli organizzatori della corsa avrebbero infatti dovuto vigilare sulla presenza di spettatori in zone pericolose prima dell’inizio del rally e segnalare le stesse tramite l’apposita cartellonistica, come da piano di sicurezza redatto per ottenere l’autorizzazione alla disputa della gara, inosservanza che avrebbe contribuito a rendere pericoloso il tracciato.

Mancanza forse ancor più grave quella relativa al numero di commissari di gara presenti sul percorso: come si evince ancora dalla consulenza tecnica, erano state predisposte solo sette postazioni rispetto alle dieci previste dal piano di sicurezza. La più vicina al luogo dell’impatto, inoltre, era anche in una posizione sbagliata: se fosse stata posizionata nel luogo giusto avrebbe potuto scorgere la presenza del pedone sul percorso e segnalare al pilota di fermarsi, evitando un incidente dalle conseguenze tragiche.

direzione Calabria 7

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