E’ stata fissata il prossimo 30 giugno l’udienza nella quale il Consiglio di Stato dovrà decidere in merito alla legittimità del decreto con il quale il Governo ha disposto l’invio di armi all’Ucraina. Sarà la quarta sezione a occuparsi del ricorso con il quale il Codacons contesta il mancato preventivo coinvolgimento del Parlamento nella decisione e la segretezza sugli atti imposta dal Governo. “La fornitura di armi offensive all’Ucraina – denuncia il Codacons – implica in qualche modo la partecipazione dell’Italia al conflitto bellico in atto, in piena violazione dell’art 78 della Costituzione che prevede che lo stato di guerra debba essere deliberato con legge formale del Parlamento – spiega il Codacons – Violato anche l’art. 11 della Costituzione in base al quale l’Italia ripudia la guerra anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il segreto sulle armi inviate in Ucraina
Il segreto sulle armi inviate in Ucraina
“La segretezza imposta sul tipo di armi da destinare all’Ucraina – precisa il Codacons – impedisce di distinguere tra ‘armi di offesa’ e ‘armi di difesa’, circostanza che porta alla violazione delle disposizioni che prevedono la delibera del Parlamento sulle operazioni di guerra da parte dello Stato Italiano. Per questo chiediamo formalmente che l’elenco delle armi inviate all’Ucraina sia reso pubblico dal Governo. Il 30 maggio scorso il Tar del Lazio, nel bilanciamento degli opposti interessi e nel fissare l’udienza di merito a ottobre, ritenne che è inopportuna l’adozione di una ipotetica misura cautelare sospensiva o di altra natura, giacché il ricorso proposto coinvolge delicati profili correlati ai rapporti internazionali fra gli Stati e che la stessa astratta possibilità di una decisione cautelare che possa incidere sull’azione di politica estera italiana”.
