Si chiama “Io Apro” l’iniziativa che da questa mattina si sta svolgendo in molte città italiane e che vede ristoratori e titolari degli esercizi commerciali “sfidare” le restrizioni imposte dal governo Draghi per il contenimento del contagio da Coronavirus, ed aprire al pubblico i propri locali come forma di protesta. Anche a Catanzaro c’è chi ha aderito simbolicamente all’iniziativa e da questo pomeriggio ha deciso riprendere a pieno regime (seppur in un contesto generale di zona rossa) la propria attività.
E’ il caso di Alex Tolomeo, titolare del Puddy’s pub del quartiere marinaro che ai nostri microfoni afferma di non temere eventuali sanzioni da parte delle autorità preposte: “Siamo pronti insieme ai nostri legali ad affrontare le conseguenze delle nostre azioni – afferma Tolomeo. Ci hanno portato al fallimento, molti amici e colleghi hanno già chiuso, l’unica possibilità che ci rimane è quella di far sentire la nostra voce di ristoratori attraverso azioni come queste”. Ristori insufficienti per coprire anche parzialmente le perdite e la triste consapevolezza che le proteste che hanno caratterizzato la prima fase di lockdown non hanno portato ad alcuna soluzione per uno dei settori più colpita dalla fase emergenziale.
E’ il caso di Alex Tolomeo, titolare del Puddy’s pub del quartiere marinaro che ai nostri microfoni afferma di non temere eventuali sanzioni da parte delle autorità preposte: “Siamo pronti insieme ai nostri legali ad affrontare le conseguenze delle nostre azioni – afferma Tolomeo. Ci hanno portato al fallimento, molti amici e colleghi hanno già chiuso, l’unica possibilità che ci rimane è quella di far sentire la nostra voce di ristoratori attraverso azioni come queste”. Ristori insufficienti per coprire anche parzialmente le perdite e la triste consapevolezza che le proteste che hanno caratterizzato la prima fase di lockdown non hanno portato ad alcuna soluzione per uno dei settori più colpita dalla fase emergenziale.
Tolomeo si rivolge ai colleghi di categoria invitandoli ad unire le forze per una battaglia comune che tiene con il fiato sospeso centinaia famiglie catanzaresi. (bru. mir.)
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