Irregolarità al Porto di Catanzaro, la Procura chiede il processo per 7 (NOMI)

Stralciata la posizione di una dipendente comunale, il cui nome non compare più nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal magistrato

di Gabriella Passariello- Una serie di falsi sul verbale di visita e collaudo relativi ai pontili del Porto nel quartiere Lido di Catanzaro, dichiarando di aver esaminato l’intera documentazione pervenuta dalla ditta installatrice, mentre invece sarebbero stati visionati solo due dei quaranta pontili installati. Con le accuse a vario titolo di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, dal pubblico ufficiale in atti pubblici, e da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, violazione delle norme della navigazione, abuso di ufficio e turbata libertà degli incanti la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ ambito dell’inchiesta sulle irregolarità commesse sul Porto nei confronti di 7 indagati, tra direttore dei lavori, imprenditori, collaudatori, dirigente del settore Patrimonio-Provveditorato-Partecipate del Comune di Catanzaro e dipendente comunale. Nella richiesta di rinvio a giudizio, rispetto all’avviso di conclusione delle indagini non compare più il nome della dipendente comunale Marzia Milano, 46 anni, di Catanzaro, la cui posizione è stata stralciata.

I nomi dei sette indagati

I nomi dei sette indagati

Sotto inchiesta Matteo Andreacchio, 44 anni, di Catanzaro; Maurizio Benvenuto, 62 anni, di Sellia Marina; Vincenzo Carioti, 64 anni, di Catanzaro; Giuseppe De Angelis, 55 anni, di Piano di Sorrento (Na); Pierpaolo Pullano, 55 anni, di Catanzaro; Raoul Mellea, 43 anni, di Catanzaro, e Andrea Adelchi Ottaviano, 59 anni, di San Giorgio a Cremano (NA);

I falsi dichiarati nei verbali di collaudo

Secondo le ipotesi accusatorie De Angelis, collaudatore del Comune di Catanzaro, settore Patrimonio, provveditorato partecipate, in concorso con Mellea, legale rappresentante  ed amministratore unico della Navylos srl ed Andracchio, direttore dei lavori, avrebbe certificato il collaudo tecnico amministrativo dei pontili su due lotti numeri 1 e 2 dello specchio d’acqua del porto di Catanzaro Lido, attraverso la concessione marittima demaniale  numero 116 dell’11 agosto 2016 e successiva concessione suppletiva rilasciata dal Comune di Catanzaro alla Navylos srl,  attestando che “ i lavori sono stati eseguiti secondo gli atti, le prescrizioni progettuali e le condizioni contrattuali a regola d’arte, impiegando materiali che rispondono alle prescrizioni e alle indicazioni della direzione dei lavori”. In sostanza avrebbe dichiarato il falso nel verbale di visita e collaudo, (sottoscritto anche da Andreacchio e Mellea), mettendo nero su bianco di aver esaminato la documentazione pervenuta dalla ditta installatrice, corredata di schede tecniche  e certificati collaudi da parte delle case produttrici, laddove in realtà l’unica documentazione esibita dalla Navylos srl e visionata dal collaudatore sarebbe stata quella efferente i soli pontili forniti dalla ditta individuale “Adragna Pontili Trinachia”. Benvenuto, Mellea e Pullano, avrebbero certificato, inoltre, il collaudo del pontile  numero 4  di cui al lotto 1 dello specchio d’acqua del porto di lido  con concessione rilasciata dal Comune di Catanzaro  alla Navylos sempre attestando che “ i lavori  sarebbero stati eseguiti  a regola d’arte” , dichiarando il falso nel verbale di visita e collaudo, laddove in realtà gli atti esibiti  dalla Navylos e visionata dal collaudatore avrebbe riguardato i soli moduli per i pontili forniti dalla ditta Trinacria, precisamente 2 su 40 installati.

L’occupazione abusiva dello spazio demaniale marittimo

Mellea, inoltre, avrebbe occupato abusivamente mediante il posizionamento di corpi morti per ormeggi pontili uno spazio demaniale marittimo di 120 metri quadri non ricompreso nello specchio d’acqua del porto”. Le indagini della Procura di Catanzaro sono scattate in seguito all’esposto del legale rappresentante della Sud Metallica srl, produttrice di 28 dei 40 moduli di pontili galleggianti installati dalla Navylos, nel porto di Lido. Lo stesso ha riferito agli inquirenti di non aver mai consegnato alla società concessionaria la documentazione tecnica necessaria al collaudo delle opere. Le successive indagini della Guardia costiera hanno consentito di trovare riscontri nelle dichiarazioni della parte offesa, facendo emergere il presunto falso nei verbali di visita e di collaudo. Ottaviano e Raul Mellea, d rispondere di turbata libertà degli incanti.

Il Durc non in regola e i debiti con il Comune

In particolare Raul Mellea avrebbe falsamente dichiarato, all’atto della presentazione della istanza di partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica di essere in possesso dei requisiti finanziari e contabili; di essere in possesso del Durc (il documento unico di regolarità contributiva) e di non avere debiti irrisolti con l’Amministrazione comunale. Ottaviano invece è accusato di aver disposto con determina datata 25 gennaio 2021 l’aggiudicazione definitiva del lotto numero due dello specchio d’acqua relativo al porto di Catanzaro Lido alla Navylos srl di Raul Mellea “pur essendo a conoscenza – sostengono gli inquirenti – della mancanza, in capo a quest’ultimo, dei requisiti prescritti dal disciplinare del bando ed avendo, quindi, scientemente omesso l’esclusione dello stesso dalla suddetta procedura, in danno delle altre ditte partecipanti”. Il dirigente risponde anche di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici per aver redatto la determina che ha portato all’aggiudicazione temporanea delle aree demaniali al centro del bando e, nello specifico, per aver dichiarato di avere “positivamente effettuato” le verifiche in merito al possesso dei requisiti di ordine generale e di idoneità professionale dichiarati da Raul Mellea. Nei confronti di quest’ultimo la Procura di Catanzaro contesta anche il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici per aver dichiarato di avere il Durc in regola al momento della presentazione dell’istanza (regolarizzato solo successivamente) e di non aver contratto debiti con il Comune di Catanzaro. Una circostanza falsa – secondo l’accusa – perché a seguito degli accertamenti l’imprenditore è risultato debitore di oltre 20mila euro tra aggio comunale per l’anno 2020, aggio comunale per le prime due mensilità del 2021 e relativa Tari.

La parola passa al gup

Il gup del Tribunale di Catanzaro Giuseppe De Salvatore ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 16 novembre, giorno in cui nel contraddittorio tra accusa e difesa (nel cui collegio compaiono i nomi di Giuseppe Mussari, Natale Ferraiuolo, Francesco Iacopino, Crescenzio Santuori, Enzo De Caro, Amedeo Bianco, Claudio Botti e Vitaliano Leone) deciderà se accogliere o meno richiesta formulata dalla Procura di mandare a processo gli imputati.

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