Isabella Ferrari dà voce a Fedra al Teatro Politeama di Catanzaro

Un monologo di grande intensità che trova nell’interpretazione della protagonista una preziosa e intensa dimensione di poesia e di sogno

Dopo l’emozionante inaugurazione all’insegna della musica, il prossimo appuntamento con la nuova stagione del Teatro Politeama di Catanzaro propone una suggestiva rilettura contemporanea della poesia e del mito greco. Giovedì 16 dicembre, alle ore 21, andrà in scena “Fedra” con Isabella Ferrari, attrice amatissima dell’universo cinematografico, diretta da Vittoria Bellingeri. Un monologo di grande intensità che trova nell’interpretazione della protagonista una preziosa e intensa dimensione di poesia e di sogno, impreziosita dalle note del violino di Georgia Privitera, per uno spettacolo firmato da AidaStudio Produzioni.

Nella efficace rivisitazione del testo firmato da Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del ventesimo secolo, Isabella Ferrari dà voce alla passione impossibile di Fedra per Ippolito, figlio del suo sposo, l’ateniese Teseo. A lungo internato nei “campi di rieducazione nazionali” a causa del suo manifesto marxismo, decisamente poco gradito nel dopoguerra greco, tra la guerra civile e la dittatura dei colonnelli, Ghiannis Ritsos, attraverso una lingua piana, diretta e per questo estremamente efficace, usa le maschere dell’antica Grecia per parlare di democrazia. Ma anche per far emergere le crisi sociali e quelle individuali, e infine per portare alla luce i sottili contrasti che disorientano e al tempo stesso fanno percepire con l’immediatezza della sensazione pura tutto il dolore di una vita di opposizione al regime. Anche Ritsos, come tanti drammaturghi, da Seneca a D’Annunzio, sedotto dal mito di Fedra, le ha dedicato un’opera, concentrandosi sul suo eros proibito, sulla sua psicologia. La dichiarazione d’amore della Fedra di Ritsos ad Ippolito è una confessione che si svela gradualmente, sofferta, dilazionata con allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale. La “sua” Fedra esplora i turbamenti contrastanti di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono.

Nella efficace rivisitazione del testo firmato da Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del ventesimo secolo, Isabella Ferrari dà voce alla passione impossibile di Fedra per Ippolito, figlio del suo sposo, l’ateniese Teseo. A lungo internato nei “campi di rieducazione nazionali” a causa del suo manifesto marxismo, decisamente poco gradito nel dopoguerra greco, tra la guerra civile e la dittatura dei colonnelli, Ghiannis Ritsos, attraverso una lingua piana, diretta e per questo estremamente efficace, usa le maschere dell’antica Grecia per parlare di democrazia. Ma anche per far emergere le crisi sociali e quelle individuali, e infine per portare alla luce i sottili contrasti che disorientano e al tempo stesso fanno percepire con l’immediatezza della sensazione pura tutto il dolore di una vita di opposizione al regime. Anche Ritsos, come tanti drammaturghi, da Seneca a D’Annunzio, sedotto dal mito di Fedra, le ha dedicato un’opera, concentrandosi sul suo eros proibito, sulla sua psicologia. La dichiarazione d’amore della Fedra di Ritsos ad Ippolito è una confessione che si svela gradualmente, sofferta, dilazionata con allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale. La “sua” Fedra esplora i turbamenti contrastanti di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono.

Per info e prevendite online è possibile consultare il sito http://www.politeamacatanzaro.net oppure contattare il botteghino del teatro al numero 0961-501818.

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