Istituto Casalinuovo a Catanzaro ancora chiuso, Granato: “Serve più attenzione”

Ancora chiuso l’Istituto  comprensivo ‘Casalinuovo’. Stiamo parlando di una scuola, primaria e secondaria, che si articola attraverso più plessi su un territorio intriso di disagio socio-economico , di povertà educative e difficoltà di ogni genere dove la scuola statale pubblica costituisce per tutti gli studenti il passaporto, forse l’unico,  per la crescita sociale e il futuro. La ‘Casalinuovo’ è l’istituto comprensivo che dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi ha potuto registrare il minor numero di ore di lezione in presenza rispetto alle altre scuole di Catanzaro. Tutto ciò è dovuto sia ai ritardi negli interventi di edilizia scolastica leggera, intrapresi dall’amministrazione comunale solo il 9 settembre, con conseguenti ritardi sull’apertura dopo la pausa estiva, sia alle ordinanze del sindaco che ne hanno bloccato le attività da ormai oltre dieci giorni con conseguenze sociali devastanti sulla popolazione scolastica e su tutta la comunità territoriale”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) che chiede spiegazioni in merito ai ritardi accumulati nella ripresa delle regolari lezioni scolastiche in seguito ai casi di coronavirus registrati nell’istituto comprensivo “Casalinuovo”.

Scuola in presenza indispensabile presidio formativo

Scuola in presenza indispensabile presidio formativo

“Dopo il travagliato avvio dell’anno scolastico ci troviamo, a distanza di neanche un mese, a seguito della comprovata positività di soli quattro soggetti (parliamo di tre alunni e un docente) tre dei quali consanguinei e conviventi, è stata disposta la chiusura dei plessi via Stretto antico e via Forni – afferma ancora la senatrice Granato -.  In zone come quelle servite dall’istituto Comprensivo ‘Casalinuovo’ la scuola resta l’unica agenzia formativa ed educativa assieme alla famiglia, indispensabile presidio dello stato a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza dei minori che risiedono nel quartiere”. “Sulle scuole primarie e secondarie di primo grado, il ministero ha disposto la didattica in presenza. Eventuali casi di contagio avrebbero dovuto essere gestiti, secondo i protocolli ministeriali, “chirurgicamente”. Tanti, troppi minori per i motivi più disparati non sono in grado di apprendere a distanza e non possono perdere il diritto costituzionale all’istruzione, specie nei segmenti obbligatori. Questa pandemia ci pone nella necessità di programmare adeguatamente misure di convivenza con il contagio. Questo dobbiamo pretendere da chi ci governa e da chi ci amministra localmente – conclude la senatrice Granato -. Una corretta gestione della sanità, del trasporto pubblico, dell’Istruzione, è l’unica via, unitamente al senso di responsabilità di ognuno, che possa consentirci di tenere in piedi lo stato sociale, i diritti inalienabili di ognuno, soprattutto dei soggetti più fragili. Qualora si rendesse necessaria una chiusura generale, questi ragazzi si troveranno in una condizione di ulteriore svantaggio rispetto ai loro coetanei, svantaggio che si sarebbe potuto e  dovuto evitare con delle scelte più mirate”.

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