“Ho dei ricordi bellissimi della scuola. La ricreazione, il parlare con i compagni, il discutere con i professori, lo scambiarsi fogli quaderni matite penne e soprattutto i compiti in classe. Ricordo benissimo la socialità che si viveva all’interno dell’aula, considerata quasi una seconda “casa”. Oggi, in questo periodo storico particolare, cosa è diventata la scuola? Nessun rapporto sociale, sorrisi o pianti nascosti da una “maschera”, divieto di alzarsi, divieto di abbracci nei momento di sconforto, divieti di ogni genere. La scuola ha “perso” il suo “perchè”. Consideriamo e riflettiamo onestamente sul sistema sanitario calabrese che ha sempre fatto acqua da tutte le parti, sempre. Non solo adesso.
Considerato che il nostro Sindaco non può “permettersi” per la seconda volta il Suo fallimento come massima autorità sanitaria, decide così che è tutto risolto. Risolto? Cosa si è risolto? Lo si metta per iscritto, con tanto di firma da parte Sua, della Asp, del Dipartimento della Salute della Regione Calabria. Che stiano queste persone sedute 6 ore senza muoversi con una museruola sulla faccia senza mai toglierla. Che siano queste persone a fare da cavia in un sistema che non funziona e non i bambini e i ragazzi. Loro lavorano in smart working bloccando ulteriormente una burocrazia che già non funziona, però sono a casa.
Considerato che il nostro Sindaco non può “permettersi” per la seconda volta il Suo fallimento come massima autorità sanitaria, decide così che è tutto risolto. Risolto? Cosa si è risolto? Lo si metta per iscritto, con tanto di firma da parte Sua, della Asp, del Dipartimento della Salute della Regione Calabria. Che stiano queste persone sedute 6 ore senza muoversi con una museruola sulla faccia senza mai toglierla. Che siano queste persone a fare da cavia in un sistema che non funziona e non i bambini e i ragazzi. Loro lavorano in smart working bloccando ulteriormente una burocrazia che già non funziona, però sono a casa.
Lontano dai pericoli di contagio mentre ai nostri figli è stata tolta ogni forma di socializzazione. Preferisco uno schermo si. Dove si possano vedere i visi sorridenti e rassicuranti delle maestre e dei professori che stanno facendo un ottimo lavoro, i visi sorridenti dei bambini che vedono i loro compagni senza limitazioni, Si preferisco questo. L’istruzione è un diritto e oggi abbiamo i mezzi per conseguirlo senza rischiare il diritto alla salute dei nostri figli e di noi famiglie. Molti genitori lavorano e i figli restano con i nonni. Ricordiamo chi sono i Nonni. Il nostro passato, il nostro presente e il nostro insegnamento per il futuro”. Questa la lettera di “Un gruppo di mamme, papà e rappresentanti di classe dell’istituto comprensivo Patari-Rodari-Gagliardi“.