Italia in Comune Cosenza: “Piano riequilibrio comunale disatteso”

“Le preoccupazioni manifestate in un nostro comunicato e più in generale nelle nostre considerazioni relative alla situazione economica finanziaria dell’ente, trovano conferma nel documento redatto dalla Corte dei conti in cui si evidenzia che il Piano di riequilibrio risulta disatteso in modo grave ed evidente e tale violazione appare anche reiterata, lasciando presagire futuri scenari poco rosei”. E’ quanto si legge nella nota di Serafino Tangari di Italia in Comune Cosenza,

In questa fase di attesa ovvero in questa fase in cui l’ente comunale è chiamato a fornire delucidazioni su quanto contestatogli, dobbiamo constatare un assoluto silenzio nei confronti della città su ciò che è accaduto e su ciò che potrebbe accadere. Come se nulla fosse le uniche comunicazioni riguardano o qualche bando appaltato o la conferenza stampa di domani del sindaco impegnato nella corsa alla cittadella regionale. Ci potranno rispondere che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che gli uffici preposti ed i responsabili hanno già definito le risposte alle richieste di delucidazioni avanzate, il solito refrain che nulla porta alla città. Una città caduta in un immobilismo sociale ed economico importante, una città che porta con se i soliti e ormai ben conosciuti problemi, una città la cui amministrazione è incapace di valorizzare il “presente” e come unica leva utilizza le nuove opere, i rendering e la cantierizzazione per ricercare una crescita. Al di là delle valutazioni che saranno fatte dalla Corte dei conti, ancora nessuno ci spiega perché esistono pignoramenti sulla cassa, nessuno ci spiega perché il ricorso all’anticipazione di tesoreria è divenuto uno strumento ordinario (tra l’altro neanche totalmente rimborsata a scadenza) o le motivazioni che hanno portato ad iscrivere entrate previste pari a 17 milioni di euro grazie al piano di alienazione immobiliare che negli anni scorsi non è stato capace di ottenere i risultati sperati. Una città deve essere amministrata con idee sì, con visione d’insieme, ma che siano sostenibili, realizzabili e affrontando la realtà che ci dice chiaramente che a colpi di manifestazioni e di nuove opere non si risolleva un luogo e le condizioni di chi lo vive. Non vogliamo una città ferma ma vogliamo una città che sia capace di affrontare un percorso difficile con consapevolezza. Navigando in acque agitate l’obiettivo deve essere condurre la nave al porto non ostinarsi ad offrire l’esperienza di una crociera.

In questa fase di attesa ovvero in questa fase in cui l’ente comunale è chiamato a fornire delucidazioni su quanto contestatogli, dobbiamo constatare un assoluto silenzio nei confronti della città su ciò che è accaduto e su ciò che potrebbe accadere. Come se nulla fosse le uniche comunicazioni riguardano o qualche bando appaltato o la conferenza stampa di domani del sindaco impegnato nella corsa alla cittadella regionale. Ci potranno rispondere che non c’è nulla di cui preoccuparsi, che gli uffici preposti ed i responsabili hanno già definito le risposte alle richieste di delucidazioni avanzate, il solito refrain che nulla porta alla città. Una città caduta in un immobilismo sociale ed economico importante, una città che porta con se i soliti e ormai ben conosciuti problemi, una città la cui amministrazione è incapace di valorizzare il “presente” e come unica leva utilizza le nuove opere, i rendering e la cantierizzazione per ricercare una crescita. Al di là delle valutazioni che saranno fatte dalla Corte dei conti, ancora nessuno ci spiega perché esistono pignoramenti sulla cassa, nessuno ci spiega perché il ricorso all’anticipazione di tesoreria è divenuto uno strumento ordinario (tra l’altro neanche totalmente rimborsata a scadenza) o le motivazioni che hanno portato ad iscrivere entrate previste pari a 17 milioni di euro grazie al piano di alienazione immobiliare che negli anni scorsi non è stato capace di ottenere i risultati sperati. Una città deve essere amministrata con idee sì, con visione d’insieme, ma che siano sostenibili, realizzabili e affrontando la realtà che ci dice chiaramente che a colpi di manifestazioni e di nuove opere non si risolleva un luogo e le condizioni di chi lo vive. Non vogliamo una città ferma ma vogliamo una città che sia capace di affrontare un percorso difficile con consapevolezza. Navigando in acque agitate l’obiettivo deve essere condurre la nave al porto non ostinarsi ad offrire l’esperienza di una crociera.

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