Italia in rivolta, proteste contro il Dpcm: scontri e lancio di fumogeni

Lanci di sassi e petardi, fumogeni contro la polizia, scontri. Si accende ancora il clima di protesta, scattato dopo il nuovo Dpcm, in vigore da oggi, per contenere l’aumento dei casi di Covid 19, e nessuna regione ne è stata risparmiata. Manifestazioni e cortei per contestare i decreti del Governo (ma anche quelli delle Regioni e dei sindaci) si registrano ovunque e in alcune città non sono mancati momenti di tensione e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, come successo a Napoli, Milano e Torino. Iniziative di protesta anche a Rimini, Catanzaro, Bari e in numerose altre città.

Maxi corteo a Napoli

Maxi corteo a Napoli

Migliaia i manifestanti che in serata si sono ritrovati in Piazza del Pebiscito a Napoli per protestare contro i provvedimenti del governo e della Regione e che hanno avuto il via libera dalle forze dell’ordine per un corteo verso la sede della Giunta Regionale campana, nella vicina via Santa Lucia. I manifestanti avevano cominciato a fare pressione verso Via Cesario Console, blindata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Improvvisamente, poi, le forze dell’ordine hanno dato il via libera e una enorme folla si è diritta verso via Santa Lucia. Urlando “dimissioni, dimissioni” contro il governatore Vincenzo De Luca, alcune migliaia di manifestanti sono arrivati davanti all’ingresso della sede della Regione Campania in via Raffaele De Cesare, a Napoli. “Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi”, recitano gli striscioni esposti per protestare contro i nuovi provvedimenti anti Covid da parte del governo e della Regione Campania. La platea dei manifestanti è variegata, dai ristoratori, ai titolari dei bar, operatori nel settore turismo, ma anche studenti, esponenti dei centri sociali, persone che hanno perso o stanno perdendo un lavoro sommerso o a tempo determinato. “‘A salute e ‘a prima cosa, ma senza sorde nun se cantano messe”, si legge in altri striscioni. La piazza è presidiata e blindata dalle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. La manifestazione sinora è pacifica e le persone indossano mascherine.

Tensioni e disordini a Milano

E’ stato disperso dalle forze dell’ordine il corteo che, questa sera, ha manifestato in maniera violenta contro le misure anti-covid a Milano. Il bilancio è di un poliziotto ferito, sembra in maniera non grave da un oggetto, forse una bottiglia lanciata dal corteo, e due persone fermate: erano non lontane dalla stazione Centrale, in via Benedetto Marcello. I manifestanti si sono sparpagliati nelle vie limitrofe a Corso Buenos Aires dove la manifestazione, non autorizzata, è iniziata.
La serata di follia e disordini a Milano è iniziata intorno alle 20.30, quando i manifestanti, circa duecento sono partiti da piazzale Loreto in direzione Porta Venezia grindando slogan contro Conte e scandendo la parola “Libertà”. Lanciati anche fumogeni, petardi e una molotov all’altezza di via Petrella, contro un’auto della polizia locale che per fortuna non è stata centrata. Il traffico è stato deviato dalle forze dell’ordine che hanno arginato la furia del corteo.

Torino, fumogeni conto la polizia

A Torino alcune centinaia di tassisti si sono ritrovati all’Allianz Stadium e hanno raggiunto in mattinata piazza Castello, per protestare contro “il mancato sostegno economico” conseguente alla pandemia da Covid-19. Una delegazione di lavoratori è stata accolta in Regione, con i manifestanti che successivamente si sono spostati sotto la prefettura. “Questa protesta è nata spontanemante – dicono i tassisti – senza alcuna sigla sindacale. Siamo fermi e senza aiuti non ce la faremo ad andare avanti. Per non parlare dei rischi che corriamo, in un mestiere che per forza di cose è a contatto con la gente”.
Salgono a dieci, invece, i fermati dalle forze dell’ordine durante le manifestazioni anti-lockdown, a Torino. Gli scontri in piazza Castello continuano, un rogo è stato acceso all’imbocco di via Po, mentre bombe carte e fumogeni continuano ad esplodere in vari punti. La polizia presidia la parte della piazza più vicina alla sede della Regione. Lacrimogeni vengono invece lanciati dal lato della prefettura, dove si trovano ancora alcune centinaia di persone.

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