Jonny, il verdetto della Cassazione sul clan Arena: 13 condanne definitive e 39 annullamenti (NOMI)

In quattro assolti da tutte le accuse. Per la maggior parte dei 56 imputati servirà un nuovo processo d'appello a Catanzaro. Ecco la sentenza nel dettaglio
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di Mimmo Famularo – Tredici condanne e quattro assoluzioni definitive. La prima sezione della Corte di Cassazione ha messo il suo sigillo sulle posizioni di 17 dei 56 imputati coinvolti nella maxi-inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “Jonny” che nel 2017 aveva inferto un duro colpo al clan Arena, il potente clan di Isola Capo Rizzuto che – secondo l’accusa – aveva messo le mani sul “Cara”, il centro di accoglienza migranti riuscendo ad accaparrarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione. Per la maggior parte di loro servirà un nuovo giudizio di un’altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro che nel giugno del 2021 aveva sentenziato 62 condanne e 4 assoluzioni (LEGGI QUI) con pene comprese tra i sei mesi e i venti anni di reclusione. Il ricorso in Cassazione riguardava 56 imputati e tra di loro figurava anche Leonardo Sacco, l’ex governatore della “Fraternità di misericordia” che in secondo grado aveva incassato una condanna a 20 anni di reclusione. Nei suoi confronti i giudici della Suprema corte hanno disposto l’annullamento senza rinvio per dieci capi di imputazione perché il fatto non sussiste mentre occorrerà un processo d’appello-bis limitatamente al ruolo di organizzatore e alle aggravanti mafiose.

Annullamento senza rinvio

Annullamento senza rinvio

La Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro per quattro imputati le cui assoluzioni diventano quindi definitive. Si tratta di Aldo Giordano (in appello inflitti 6 anni), Aurelio Giordano (condannato a 6 anni in secondo grado), Lorenzo Giordano (sei sentenziati in appello) e Silvia Muraca (in secondo grado due anni, un mese, dieci giorni e mille euro di multa), assolti perché il fatto non sussiste. Annullamento senza rinvio solo per alcuni capi di imputazione nei confronti di Maurizio Greco (12 anni in appello), Angelo Muraca (20 anni in secondo grado), Stefania Muraca (condannata a 3 anni di reclusione e 1200 euro di multa in secondo grado), Fortunato Pirrò (11 anni in appello), Antonio Poerio di 52 anni (condannato a 20 anni in secondo grado); Antonio Poerio di 43 anni (in appello condannato a 12 anni e 8 mesi); Fernando Poerio (20 anni in appello); Leonardo Sacco (20 anni in secondo grado), Santo Tipaldi (12 anni in appello). Per alcuni di loro anche annullamento con rinvio per altre imputazioni e nuovo giudizio in Corte d’Appello per la rideterminazione della pena.

Nuovo processo in Corte d’Appello

Annullamento con rinvio per un processo-bis in appello pure nei confronti di Francesco Bruno (12 anni in secondo grado), Andrea Guarnieri (in appello 8 anni) e Costantino Lionetti (10 anni e 8 mesi in appello); riguardo all’associazione mafiosa gli atti saranno rispediti a Catanzaro per un nuovo giudizio per Francesco Antonio Arena (8 anni e 4 mesi in appello), Francesco Arena di 44 anni (in appello 11 anni e cinque mesi), Giuseppe Arena di 37 anni (in appello 8 anni e 4 mesi); Nicola Lentini (8 anni e 8 mesi in secondo grado), Benito Muto (11 anni e 4 mesi in appello), Francesco Romano (13 anni e 6 mesi in appello), Francesco Taverna (11 anni in appello); limitatamente ad alcuni capi di imputazione per Francesco Arena di 63 anni (11 anni e 5 mesi in appello); Giuseppe Arena di 57 anni (16 anni e 4 mesi in appello); Pasquale Arena di 31 anni (in appello 11 anni); Salvatore Arena (10 anni e 8 mesi in secondo grado), Raffaele Gennaro (13 anni e 6 mesi in appello), Domenico Falcone (12 anni in secondo grado), Salvatore Foschini (11 anni e 4 mesi in appello), Francesco Gentile (15 anni e sei mesi in appello), Antonio Giglio (10 anni e 8 mesi in secondo grado), Nicolino Giofrè (13 anni e 4 mesi in appello); Vincenzo Lentini (10 anni e 8 mesi in appello, Giuseppe Loquoque (14 anni in appello), Luigi Miniaci (12 anni e 8 mesi in secondo grado), Domenico Nicoscia (10 anni e 8 mesi in appello), Salvatore Nicoscia (10 anni e 8 mesi in appello), Giuseppe Pullano (11 anni e 4 mesi in appello), Domenico Riillo (14 anni in appello), Paolo Lentini (in appello 16 anni e 2 mesi), Rosario Lentini (16 anni e 10 mesi in appello).

I ricorsi rigettati

Diventano definitive le condanne per Francesco Gualtieri (12 anni in appello), Salvatore Abbruzzo (12 anni in secondo grado), Luciano Babbino (in appello 12 anni), Leonardo Catarisano (12 anni in secondo grado), Giuseppe Cosco (sei anni in appello), Pasquale Morelli (4 anni in secondo grado), Paolo Muccillo (2 anni e mille euro di multa in appello), Mario Ranieri (un anno in appello), Roberto Valeo (8 anni in appello) i cui rispettivi ricorsi sono stati rigettati. Dichiarati invece inammissibili quelli presentati da Francesco Caiazzo (sei mesi in appello), Antonio Giuseppe Morrone (due anni di reclusione e 200 euro di multa), Antonio Pompeo (in appello 10 anni e 8 mesi), Maria Grazia Scerbo (un anno e quattro mesi), tutti condannati, oltre al pagamento delle spese processuali, anche alla somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende.

Le condanne al pagamento delle parti civili

I giudici di Cassazione hanno infine condannato Salvatore Abbruzzo, Francesco Arena (classe 1960), Giuseppe Arena (classe 1966), Pasquale Arena (classe 1992), Salvatore Arena (classe 1969), Luciano Babbino, Leonardo Catarisano, Giuseppe Cosco, Domenico Falcone, Salvatore Foschini, Francesco Gentile, Antonio Giglio, Nicolino Giofrè, Maurizio Greco, Francesco Gualtieri, Paolo Lentini, Rosario Lentini, Vincenzo Lentini, Giuseppe Lequoque, Luigi Miniaci, Domenico Nicoscia (classe1978), Salvatore Nicoscia, Fortunato Pirrò, Antonio Poerio (classe 1971), Antonio Poerio (classe 1981), Fernando Poerio, Antonio Pompeo, Giuseppe Pullano, Domenico Riillo, Leonardo Sacco, Santo Tipaldi, e Roberto Valeo alle spese di rappresentanza e difesa per le parti civili costituite in giudizio liquidate in 8mila euro. Leonardo Sacco dovrà, inoltre, pagare le spese di difesa e rappresentanza della Confederazione nazionale delle Misericordia d’Italia per un totale di oltre 6mila euro.

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