Nell’inchiesta “Karpenthos”, coordinata dalla Direzione distrettuale di Catanzaro e condotta sul campo dai carabinieri, che ha portato all’arresto di 44 persone risulta coinvolto anche il sindaco di Cerva Fabrizio Rizzuti. E’ accusato di scambio elettorale politico mafioso ed è stato posto agli arresti domiciliari. Dalle indagini è emerso “lo scambio elettorale politico-mafioso e l’influenza del gruppo criminale di Cerva sulla locale amministrazione comunale in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati, all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022, in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici”. Nei confronti del primo cittadino è stata evidenziata una “indole spregiudicata” nell’affrontare la campagna elettorale.
Gli altri amministratori coinvolti
Oltre al sindaco di Cerva sono coinvolti nell’operazione anche altri due amministratori del piccolo centro del Catanzarese. Si tratta dell’assessore Raffaele Scalzi, anch’egli accusato di voto di scambio politico mafioso e per questo posto ai domiciliari, e del consigliere comunale di maggioranza Raffaele Borelli, agli arresti domiciliari per lo stesso capo di accusa. Fabrizio Rizzuti, Raffaele Scalzi e Raffaele Borelli si erano candidati alle elezioni comunali del 2017 quali consiglieri comunali, con la lista civica ‘Progetto Futuro’ guidata dal futuro sindaco Fabrizio Rizzuti (rieletto nel giugno del 2022). I tre, grazie all’intermediazione del fratello del primo cittadino, Massimo, dipendente comunale, si sarebbero rivolti a Tommaso Scalzi, già condannato per associazione mafiosa e considerato vicino al boss Franco Coco Trovato, affinché procurasse loro dei voti promettendo in cambio una somma di denaro e una percentuale sugli appalti pubblici aggiudicati dal Comune. Tra le persone raggiunte dalla misura cautelare ci sono altre persone con legami di parentela con Franco Coco Trovato. Osserva Gratteri in conferenza stampa: “La zona dell’Alto Ionio catanzarese e in particolare le aree interne non erano oggetto di investigazioni ma da quei territori proviene ad esempio Francesco Coco Trovato, uno dei mafiosi più importanti della storia. Parliamo di soggetti che discutevano alla pari con i De Stefano di Reggio Calabria e con i narcos sudamericani. Nella realta’ abbiamo vasto una effervescenza sul piano mafioso in questi Comuni. Intanto ci sono stati diversi omicidi in questo territorio, uno dei quali lo abbiamo scoperto nel 2015, quello del macellaio Rosso. Le indagini – ha quindi aggiunto il procuratore di Catanzaro – hanno mostrato come il comune di Cerva fosse sotto il totale controllo di questa organizzazione ‘ndranghetistica”.
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