Karphantos, le infiltrazioni nella gestione del Comune di Cerva: sui voti comanda la ‘ndrangheta

Le intercettazioni che attestano le infiltrazioni mafiose nella gestione della cosa pubblica nelle carte dell'inchiesta della Dda

Voti in cambio di somme di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici aggiudicati dal Comune di Cerva. Un patto politico mafioso stretto in occasione delle elezioni amministrative dell’11 giugno 2017 dagli allora candidati con la lista civica Progetto Futuro Fabrizio Rizzuti, Raffaele Scalzi, Raffaele Borelli e Tommaso Scalzi, già condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso, con l’intermediazione del dipendente comunale Massimo Rizzuti. Voti effettivamente procacciati da Tommaso Scalzi, inteso Masino, come da lui stesso rivendicato: “allora, Simone non si candidava, Jessica non si candidava, la figlia di Coppolino non si candidava, la figlia di Alduzzu non si candidava… e vedi chi gli ha vinto le elezioni, e scusami un attimo! Chi le ha vinte le elezioni? (…) Simone quanti voti ha raccolto estranei? Jessica, quanti voti ha raccolto estranei? Quella lista vince le competizioni comunali ottenendo 436 voti contro i 416 della lista civica Unione per Cerva, conseguendo 7 sui 10 seggi a disposizione in Consiglio comunale. Il sindaco Fabrizio Rizzuti eletto con 32 voti; Jessica Scalzi con 57 voti; Raffaele Scalzi con 94; Natale Agostino con 47 voti; Simone Colosimo con 46 voti; Raffaele Borelli con 43 voti; Veronica Gentile con 33 e Alessio Sacco con 32 voti.

L’incontro con gli Arena di Isola e la cazziata

L’incontro con gli Arena di Isola e la cazziata

Le carte dell’inchiesta della Dda di Catanzaro Karphantos, che ha portato i carabinieri a notificare 52 misure cautelari svelano il sistema dell’infiltrazioni ‘ndranghetistiche nella gestione della cosa pubblica, risalente addirittura al 2007, quando Vincenzo Antonio Iervasi, membro della locale di ‘ndrangheta denominata gruppo di Cerva, contigua alla cosca Carpino, parlando delle strategie politiche con  Mario Marchio, all’epoca dei fatti candidato a sindaco di Cerva, gli riferisce di aver incontrato Giuseppe Arena, (dell’omonima cosca ndr) che lo aveva redarguito perché, da diverso tempo, non andava da lui: “A Isola… che non ci andavo che erano più di venti giorni.. .  E mi hanno fatto una cazziata, Pino mi ha fatto… il figlio di zio Nicola… mi ha detto ma non ti fai vedere per niente?… Gli ho detto eh, che devo fare, gli ho detto… no, no, però in bene… tutto a posto… tutto bello pulito con tutti”. E Marchio gli raccomanda di mantenere buoni rapporti con loro.

Per gli inquirenti, il dialogo si fa più interessante nel momento in cui Iervasi chiede espressamente a Marchio una parte del denaro stanziato per dei lavori in Sila: “…zio Mario non voglio tanto però qualche cosa deve restare della Sila, all’epoca mi hanno dato quei 3.000 euro”. Marchio gli spiega che l’importo stanziato per i lavori edili ammonta a circa 116.000 euro e mette in discussione l’operato dell’allora amministrazione comunale, precisando che i cittadini erano in fermento per la cattiva gestione della cosa pubblica: “ No? Che può andare… scusa, se la propone il sindaco, la propone il vice sindaco, la propone l’assessore o chi cazzo è… è una cosa normale, chi la deve proporre? Ma se la proposta tutta Cerva sa che l’ha fatta “tarullo” con i fratelli, che cazzo mi dici? Per poi prendere i consiglieri uno per uno… come devono votare, no? Vedi che non le sanno fare le cose? Non le sanno fare, ormai Cerva bolle, a Cerva sanno tutte le schifezze, noi allora le persone sanno… la ‘ndrangheta dentro il Comune, la vanno a prendere in culo”.

“A me di te nessuno mi deve parlare male”

Iervasi rende noto a Marchio di aver riferito ai suoi concittadini di appoggiato la sua candidatura alle elezioni comunali del 27 e 28 maggio 2007, chiedendo esplicitamente di non fare ulteriori liste politiche: “…io appoggio a Mario, così gli ho detto e te lo può dire non voglio fare come, non si deve fare come la volta scorsa che tu presenti la lista gli ultimi 15, 20 giorni per prenderti i voti dei Comunisti. Nel corso del dialogo incentrato sulla politica comunale, Marchio precisa che lui dialoga con tutti e che nessuno avrebbe potuto parlargli male di Iervasi, in quanto lo avrebbe contraddetto “A me di te non me ne può parlare nessuno, nessuno mi può dire che Antonio è così, che te lo dico io chi è Antonio… lo vedi se mi fanno girare i coglioni a me, che tutti esperti del cazzo, non sanno nemmeno dove cazzo sta di casa… questo pagliaccio, figure di merda, sta facendo delle figure di merda… lui è un burattino nelle mani di questo e di quello”. In quelle competizioni comunali, Marchio diventa sindaco di Cerva e “Iervasi ha campo libero per interferire nella vita politica del Comune”. 

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