Kyterion 2 contro il clan Grande Aracri, chieste 11 condanne in Appello

Gambizzata a colpi di fucile davanti a un bar nel Vibonese, fratello condannato a 9 anni e 8 mesi

di Gabriella Passariello

Lo sconto di pena per due imputati e la conferma di 9 condanne, dai 6 ai 16 anni di reclusione, sono stati chiesti dal sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Catanzaro Salvatore Di Maio per gli undici imputati, giudicati con rito ordinario, coinvolti nell’inchiesta Kyterion 2 contro il clan Grande Aracri di Cutro. Il pg ha chiesto ai giudici di secondo grado di rideterminare la pena per Albano Mannolo Leonardo Mannolo, invocando 6 di reclusione ciascuno in luogo dei 7 anni inflitti dal Tribunale di Crotone nel mese di febbraio 2018, oltre al pagamento di 2mila euro a titolo di multa. Per gli altri imputati, tra cui il legale Rocco Corda, il pg ha invece chiesto che la sentenza di primo grado resti invariata. La Corte di appello ha rinviato al 7 giugno e al 5 luglio, giorni in cui si darà luogo alle arringhe difensive, tra gli altri, dei legali Angela La Gamma, Saverio Loiero, Gregorio Viscomi, Pasquale Le Pera e Vincenzo Girasole.

Lo sconto di pena per due imputati e la conferma di 9 condanne, dai 6 ai 16 anni di reclusione, sono stati chiesti dal sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Catanzaro Salvatore Di Maio per gli undici imputati, giudicati con rito ordinario, coinvolti nell’inchiesta Kyterion 2 contro il clan Grande Aracri di Cutro. Il pg ha chiesto ai giudici di secondo grado di rideterminare la pena per Albano Mannolo Leonardo Mannolo, invocando 6 di reclusione ciascuno in luogo dei 7 anni inflitti dal Tribunale di Crotone nel mese di febbraio 2018, oltre al pagamento di 2mila euro a titolo di multa. Per gli altri imputati, tra cui il legale Rocco Corda, il pg ha invece chiesto che la sentenza di primo grado resti invariata. La Corte di appello ha rinviato al 7 giugno e al 5 luglio, giorni in cui si darà luogo alle arringhe difensive, tra gli altri, dei legali Angela La Gamma, Saverio Loiero, Gregorio Viscomi, Pasquale Le Pera e Vincenzo Girasole.

Le richieste di condanna.  Il pg ha invocato per l’avvocato Rocco Corda, di Petilia Policastro  la condanna a 6 anni e 8 mesi; per Santo Maesano, di Crotone 12 anni;  per Albano Mannolo, di Cutro 6 anni e 2mila euro di multa; per Leonardo Mannolo 6 anni e 2mila euro di multa; per Vito Martino, nato a Crotone,15 anni; per Antonio Riillo, nato a Isola Capo Rizzuto, 11 anni; per Carmine Riillo, 11 anni di reclusione; per Domenico Riillo, alias U’ Trentino nato a Crotone, 16 anni; per Giuseppe Riillo, nato a Crotone 11 anni; per Alfonso Pietro Salerno, alias Fronzo, nato a Cutro, 10 anni e  Salvatore Scarpino, alias Turuzzo, 10 anni.

Le accuse. Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno, danneggiamento, estorsione tentata e consumata. Un altro troncone dell’inchiesta Kyterion si è concluso in Appello il 26 febbraio scorso con tre sconti di pena e una condanna confermata per quattro imputati, accusati di far parte della cellula catanzarese al servizio dei Grande Aracri.

Il blitz. Risale al mese di gennaio 2015 la maxi operazione Kyterion che portò a 37 arresti e all’impiego di 200 miliari impegnati tra Cutro, Isola Capo Rizzuto e Catanzaro, in un blitz teso a sgominare sodali e affiliati della cosca di Cutro agli ordini del boss Nicolino Grande Aracri e che ha dato il via alle operazioni gemelle nel Nord Italia “Aemilia”. La seconda operazione, nome in codice, Kyterion 2  risale all’anno successivo, al mese di gennaio 2016 con l’esecuzione di 16 arresti. Un’ inchiesta che secondo gli inquirenti ha consentito di decapitare quella che è stata definita la nuova “provincia” di ‘ndrangheta, capace di dettare leggi  sulle ‘ndrine del Crotonese, del Vibonese, del Lametino e della Sibaritide, con un potere indiscusso su scala nazionale e internazionale. Decine le estorsioni ricostruite dalla Direzione distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese e che hanno interessato i territori di Crotone e Catanzaro, dove la cosca aveva esteso i suoi interessi. Nel mirino soprattutto la gran parte dei villaggi turistici della fascia jonica.

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