La buona sanità esiste. A testimoniarlo è Rosa che, alla fine della degenza di suo fratello Santo nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, ha voluto consegnare alla nostra redazione una toccante storia di umanità e professionalità. “Qualche settimana fa abbiamo notato che l’addome di mio fratello, affetto da un ritardo mentale, si era gonfiato in una maniera esagerata – afferma la donna ai nostri microfoni – Abbiamo provveduto a effettuare un’ecografia in una struttura privata di San Giovanni in Fiore, ma il medico ci ha indirizzati al Pugliese per maggiori accertamenti. Abbiamo preferito dirigerci all’ospedale di Crotone, anche per questioni di vicinanza geografica, ma dopo 6/7 ore di attesa e qualche titubanza di troppo siamo partiti alla volta di Catanzaro”.
Qui l’accoglienza stupisce Rosa e i suoi familiari: “In pronto soccorso hanno subito preso atto della situazione e, dopo il tampone di rito, ci hanno mandati al reparto di Chirurgia. Anche lì siamo stati accolti con un’umanità fuori dal comune. I medici hanno diagnosticato una occlusione vescicale e sono intervenuti immediatamente, risolvendo il problema con grande professionalità. In quasi una settimana di degenza, posso dire che mio fratello non si è mai sentito solo. Un ringraziamento sincero va a tutti i tirocinanti, oss, medici; a Vincenzo Greco che si è prodigato con grande prontezza per indirizzarci al reparto di Chirurgia e a Luciano Procopio che si sincerava continuamente delle condizioni di mio fratello Santo. Si sente parlare spesso di malasanità – conclude Rosa -, ma è doveroso raccontare anche i lati buoni della nostra regione”. (a.b.)
Qui l’accoglienza stupisce Rosa e i suoi familiari: “In pronto soccorso hanno subito preso atto della situazione e, dopo il tampone di rito, ci hanno mandati al reparto di Chirurgia. Anche lì siamo stati accolti con un’umanità fuori dal comune. I medici hanno diagnosticato una occlusione vescicale e sono intervenuti immediatamente, risolvendo il problema con grande professionalità. In quasi una settimana di degenza, posso dire che mio fratello non si è mai sentito solo. Un ringraziamento sincero va a tutti i tirocinanti, oss, medici; a Vincenzo Greco che si è prodigato con grande prontezza per indirizzarci al reparto di Chirurgia e a Luciano Procopio che si sincerava continuamente delle condizioni di mio fratello Santo. Si sente parlare spesso di malasanità – conclude Rosa -, ma è doveroso raccontare anche i lati buoni della nostra regione”. (a.b.)