La Calabria ha abolito i privilegi? É il quesito posto dalla trasmissione di La7, L’arena, condotta da Massimo Giletti. La manovra escogitata dal consiglio regionale per mantenere quelli che sembrano privilegi mutati di forma, ma uguali nella sostanza, è stata messa in evidenza nel corso della trasmissione, attraverso il dibattito in studio e con diverse interviste realizzate in Calabria ad alcuni di quei politici che godono di benefici assolutamente legali, ma ricevuti con le leggi che loro stessi hanno scritto e votato.
Unica regione in Italia, la Calabria avrà i suoi consiglieri regionali che non avranno più i vitalizi, eliminati perché eticamente ingiustificati, ma si accontenteranno solo della pensione a 65 anni dopo una legislatura e a 60 anni con due legislature trascorse ad amministrare la regione. Ovviamente, all’unanimità, gli ospiti presenti in studio hanno sottolineato come si tratti di un nuovo privilegio, in barba alla quota 100 alla quale sono invece obbligati tutti gli altri cittadini italiani.
Unica regione in Italia, la Calabria avrà i suoi consiglieri regionali che non avranno più i vitalizi, eliminati perché eticamente ingiustificati, ma si accontenteranno solo della pensione a 65 anni dopo una legislatura e a 60 anni con due legislature trascorse ad amministrare la regione. Ovviamente, all’unanimità, gli ospiti presenti in studio hanno sottolineato come si tratti di un nuovo privilegio, in barba alla quota 100 alla quale sono invece obbligati tutti gli altri cittadini italiani.
Ancora una volta una brutta figura per la Calabria, accentuata da atteggiamenti arroganti mostrati da chi è stato intervistato. “Sono cazzi miei” ha risposto l’ex consigliere regionale Antonio Borrello, “sono cazzi nostri di noi italiani che paghiamo” ha replicato Giletti rientrando in studio dopo il servizio, accogliendo poi Giuseppe Giudiceandrea, attuale consigliere regionale che ha spiegato la legge calabrese. Sono poi passate le interviste ai Trematerra, Gino e Michele, padre e figlio, che hanno stabilito un record di vitalizi. Il padre tre e il figlio uno, ma entrambi ne rivendicano la legalità, che c’è, ma che, come ha sottolineato Giletti, è determinata da leggi votate da loro. Insomma, mentre i giovani sono costretti ad emigrare, chi ha amministrato la Calabria, determinando le attuali pessime condizioni, posizionandola tra le peggiori in Europa, si premia con leggi create ad arte per garantirsi una buona sopravvivenza. Verrebbe da chiedersi come sarebbe la Calabria e come sarebbero i Calabresi se i politici, così abili e acuti a legiferare per se stessi, avessero legiferato per il bene comune. Sicuramente in televisione si parlerebbe della Calabria e dei calabresi in altro modo.
Redazione Calabria 7