Mimma Catalfamo, indagata per associazione a delinquere semplice (articolo 416 del Codice penale, per intenderci) nel contesto dell’operazione “Helios” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, “non ci sta”. E a margine di una conferenza stampa a Germaneto nelle vesti d’assessore della giunta Santelli, torna sulle indagini a suo carico conversando coi giornalisti.
«Come rispondo? Rispondo con la mia attività, il mio lavoro, la mia serietà. Sarò forse un pochino presuntuosa – ha sfoggiato una punta d’autoironia l’ex dirigente della Città metropolitana di Reggio Calabria –, ma tra le cose di cui posso essere certa ci sono la mia trasparenza, la mia correttezza e l’aver operato sempre nell’ambito della legalità».
«Come rispondo? Rispondo con la mia attività, il mio lavoro, la mia serietà. Sarò forse un pochino presuntuosa – ha sfoggiato una punta d’autoironia l’ex dirigente della Città metropolitana di Reggio Calabria –, ma tra le cose di cui posso essere certa ci sono la mia trasparenza, la mia correttezza e l’aver operato sempre nell’ambito della legalità».
Non è mancato però, da parte dell’assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti, un riferimento alla drastica richiesta di dimissioni da parte di vari meetup del Movimento Cinquestelle: «Mi colpisce molto l’azione del M5S, anche perché non credo sia molto corretto che si rivolga in questa maniera e a un soggetto specifico, fermo restando che non devo essere io a dirlo. Da parte mia – così la Catalfamo – non c’è certo la serenità, perché purtroppo quella si fa presto a perderla, ma c’è la tranquillità di aver sempre agito, in vent’anni di gestione dei lavori pubblici, in assoluta trasparenza, come spero di poter presto dimostrare».