La Corte dei conti boccia il piano di riequilibrio a Vibo, il sindaco difende l’operato del Comune

Il sindaco illustra gli effetti della sentenza della Corte dei conti che ha bocciato il piano di riequilibrio e annuncia vertice al ministero

Una conferenza stampa di quasi due ore per chiarire alla cittadinanza gli intricati passaggi delle motivazioni della sentenza con cui le sezioni riunite della Corte dei conti hanno dichiarato inammissibile il Piano di riequilibrio pluriennale. Il sindaco Maria Limardo ne parla davanti alla propria squadra di governo, ai consiglieri, ai giornalisti e ad alcuni vibonesi stamani presenti nell’aula consiliare di palazzo Luigi Razza. Una partita importante si è giocata in questi quattro anni, ma un’altra si sta per aprire a seguito del pronunciamento della magistratura contabile. Quella di giovedì prossimo quando l’esecutivo porterà all’attenzione del Ministero dell’Interno, dell’Ifel, della Cosfel e dell’Anci, la propria situazione e sarà proprio in questa sede che l’organo di governo dovrà indicare la strada da seguire e questa volta, auspicano dal Comune, senza errori contrariamente a quanto avvenuto in precedenza. L’amministrazione punta dunque a far accelerare l’iter per l’erogazione di risorse finanziare destinate a supportare l’ente locale per ripianare il disavanzo di 34 milioni di euro. Assente all’incontro odierno, per “impegni pregressi” l’assessore al Bilancio, Maria Teresa Nardo, spesso indicata dall’amministrazione come l’artefice principale dell’azione di risanamento e pertanto ad illustrare i fattori tecnici della sentenza e le attività svolte fin qui sono stati il segretario generale Domenico Libero Scuglia e la dirigente Claudia Santoro.

“Indotti in errore, ma ora si apre un’altra partita”

“Indotti in errore, ma ora si apre un’altra partita”

Da parte sua, la Limardo ha ricordato come il Comune “avesse indicato al ministero, senza però essere accolta, la strada da seguire poi rivelatasi corretta per come riportato in sentenza”. E allora, perché non avviare un’azione legale contro il ministero? Per la Limardo questa non è una strada da perseguire in quanto “ci siamo ritrovati di fronte ad un mutamento del quadro normativo con una differente interpretazione della stessa legge”. Tuttavia a chi far rilevare che si sarebbe potuto dichiarare il dissesto fin da subito, senza far passare 4 anni, il sindaco ha replicato che il non averlo fatto “ci ha consentito di prendere 17 milioni di euro e comunque per tutto questo tempo il Comune non è stato fermo”. E la sentenza delle Sezioni riunite “non mette la parola fine alla vicenda – aggiunge – ma fa calare li sipario sul vecchio Piano di riequilibrio finanziario aprendo uno scenario nuovo, altro e diverso in tutta Italia. Tra l’altro – ha precisato – è la prima volta che dopo la mancata omologazione del piano di riequilibrio, che è stato dichiarato inammissibile, non segua il dissesto. Una novità assoluta”. Vero, ma altrettanto reali sono i 34 milioni di disavanzo del Comune che dovranno essere ripianati da qui a 10 o 20 anni. E qui subentra il nuovo Piano (del quale abbiamo riferito nei giorni scorsi) che verrà discusso in consiglio comunale e, una volta approvato, nuovamente riportato all’attenzione del dicastero dell’interno per essere vagliato, e successivamente alla Corte dei conti regionale per lo stesso motivo. E poi c’è il patto “Salva Enti”, carta che il Comune vuole giocare fino in fondo per avere nel frattempo la liquidità necessaria per non far fermare i servizi.

L'”operazione verità” al Comune di Vibo

È tornato a parlare, il sindaco, di “operazione verità di cui si è fatta carico l’amministrazione e che ha portato a ridurre il disavanzo, a ricostituire i 12 milioni di euro di fondi vincolati (la tangenziale ovest, ndr), ad aver accantonato somme per espropri, ad aver abbattuto i tempi medi di pagamenti dei debiti commerciali, realizzato una giacenza di cassa positiva”. Insomma per quanto avvenuto “non ci sono imputazioni di responsabilità da parte di alcuno ma il procedimento è risultato errato e tutti hanno sbagliato, a partire dal commissario Guetta, che oggi è direttore dalla finanza centrale, che non poteva avviare il percorso del Piano. Certo, secondo le sezioni riunite abbiamo sbagliato anche noi nel momento in cui abbiamo proseguito nella procedura del piano di riequilibrio; ma se fosse stato inammissibile la Corte dei Conti della Calabria avrebbe dovuto dirlo già a suo tempo”. Quindi dalla Limardo una difesa dell’assessore Nardo (“persona preparata”) e la menzione della segnalazione a tempo debito che “il Piano non fosse la soluzione giusta e questo lo avevamo rilevato con una lettera del 2021 evidenziando che non potevamo farcela da soli con questi debiti e pertanto abbiamo chiesto risorse straordinarie. Nonostante questo il ministero ci aveva invece invitato a proseguire sulla strada del riequilibrio, rivelatasi poi errata. Oggi siamo orgogliosi del percorso fatto fino a qui e del contenuto di questa sentenza che esibirò nella riunione di giovedì facendo presente che non si può abbandonare un ente locale al proprio destino, senza fondi”. Insomma, per il sindaco è “sacrosanto il diritto di rivendicare pari trattamento di quello di Roma, Napoli, Reggio, Torino, Cosenza, Lecce ed altre città”. (f. p.)

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