L’ultima retata di Gratteri non è passata inosservata e ha avuto, almeno stavolta, una certa ribalta nazionale. Con qualche distinguo, il maxi blitz messo a segno dai carabinieri del Ros è stato raccontato con sfaccettature diverse dai principali giornali italiani.
L’inchiesta “snobbata” da “StampaRepubblica”
L’inchiesta “snobbata” da “StampaRepubblica”
La Verità e Il Fatto Quotidiano hanno richiamato la notizia anche in prima pagina. Al contrario di quanto deciso da Repubblica che ha dedicato all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro un trafiletto quasi nascosto a pagina 25: “’Ndrangheta, indagato ex presidente Oliverio”, il titolo di una breve senza sigle e firma. Più magnanima La Stampa che si è occupata dell’operazione “Glicine” a pagina otto con un taglio basso: “Maxi blitz contro la ‘ndrangheta, 43 arresti. Indagato l’ex governatore calabrese Oliverio”. Nel catenaccio l’approfondimento: “Nomine, assunzioni, appalti in cambio di voti. Tra i 123 sotto inchiesta l’ex parlamentare Pd Adamo”. Ha invece dedicato il piede della pagina 18 il Corriere della Sera che ha spedito in Calabria l’inviato calabrese Carlo Macrì. Il pezzo è una sintesi perfetta delle 400 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare. In evidenza una dichiarazione di Gratteri: “Una mafia di Serie A con a disposizione un’intera classe politica di Serie C”. L’articolo riassume il quadro sconcertante che emerge dall’indagine e chiude con la metafora dell’abbraccio politico mafioso che “gestiva nomine, incarichi, concorsi, assunzioni e appalti pubblici”.
Doppio pezzo su “Domani”
Il maxi blitz ha trovato un notevole risalto sulle pagine di “Domani”. Addirittura due i pezzi dedicati alla vicenda. Il quello principale Nello Trocchia titola: “Una cricca a caccia di consensi, il Pd calabrese sotto inchiesta”. A fianco l’invito di Giovanni Tizian a Elly Schlein: “Ora elimini i cacicchi dalla Calabria”. Sotto accusa il presunto sistema clientelare che alimentava il consenso di Oliverio e compagni. Il quotidiano finanziato da Carlo De Benedetti ricorda l’arresto dell’ex assessore di Occhiuto Marcello Minenna e traccia la differenza tra chi milita in Forza Italia, Lega o Fratelli d’Italia e chi nel Pd in Calabria. “Si tratta – scrive Tizian – di una storia di sangue e impegno che non può essere ereditata da chi crede più alla clientela che all’affermazione dei diritti. Il Pd calabrese dovrebbe infatti custodire con cura gli esempi di Giuseppe Valarioti e Giannino Losardo, dirigenti locali del Pci, uccisi dalla ‘ndrangheta per essersi opposti strenuamente ben prima che la magistratura occupasse un ruolo predominante nella lotta giudiziaria ai clan”.
La Verità e i retroscena dell’inchiesta
Va giù duro La Verità che richiama l’inchiesta in prima pagina e poi approfondisce l’argomento con Fabio Amendolara e un titolo quasi a tutta pagina: “Blitz anti ‘ndrangheta in Calabria, indagato l’ex governatore del Pd”. Ancora più esplicito il sommario del pezzo: “Per i pm antimafia la catena del comando regionale dei democratici si accordava con le cosce per spartirsi le nomine e controllare il territorio. Coinvolti gli ex consiglieri Sculco e Adamo (in passato anche deputato)“. Nel corpo del test spazio anche a qualche retroscena emerso dalle carte dell’inchiesta. “Tra gli indagati – rimarca La Verità – c’è l’ex direttore generale del Dipartimento ambiente della Regione Calabria, Orsola Reillo. Secondo l’accusa avrebbe concorso ‘ad assumere iniziative’ che avrebbero favorito un ‘sistema illecito’ di gestione dei rifiuti, omettendo ‘di assumere iniziative volte a contestare e impedire le condotte abusive’. Orsola (già finita in indagini dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris e dell’ex pm di Castrovillari Eugenio Facciolla e poi prosciolta) è, riporta la stampa locale, la sorella di Gabriella, attuale facente funzioni di presidente della Corte d’appello di Catanzaro (che ha competenza su tutto il distretto, uno dei più vasti del Sud), a sua volta moglie dell’avvocato Italo Reale, già difensore di Antonio Saladino (il principale indagato dell’inchiesta Why not? di De Magistris) e ai vertici del Pd calabrese. La coincidenza, solo politica, è che Oliverio aveva tentato di tirare la volata a Gabriella Reillo per la carica di sindaco di Lamezia (poi non se ne fece nulla) e il nome del giudice spuntò sulla stampa anche per la candidatura a governatore della Regione (anche in questo caso però saltò). Orsola, invece, si ritrova in un capo d’imputazione proprio con Oliverio”.
La pagina di Libero e quella del Manifesto
Sulla stessa linea Libero che dà spazio alla vicenda con un ampio articolo a pagina 9 con tanto di foto di Oliverio: “La maxi indagine di Gratteri su ‘ndrangheta e voto di scambio, l’inchiesta sulle cosche travolge il Pd”. Il Fatto Quotidiano aveva già dato risalto alla notizia nella sua edizione online. Oggi il bis nel formato cartaceo con pezzo firmato da Lucio Musolino: “Calabria, 43 arresti: indagato Oliverio. Gratteri: ‘Un Pa asservata alle cosche’”. Rimanendo nella sfera sinistra dell’editoria, non ha censurato l’inchiesta che colpisce il Pd “Il Manifesto” che a pagina 6 ha titolato: “Intreccio politica- criminalità, indagato ex governatore Oliverio”. Nel testo si parla di “comitato d’affari che avrebbe organizzato un diffuso sistema clientelare per la gestione degli appalti pubblici”.

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