Negli ultimi anni corso Vittorio Emanuele III, principale a Vibo Valentia, ha visto progressivamente spogliarsi dei numerosi negozi (oltre 50): “vendesi”, “cedesi”, “fuori tutto per cessazione attività” sono i cartelli che a cadenza fissa campeggiano sulle vetrine.
Negozi storici costretti a chiudere
Negozi storici costretti a chiudere
Negozi anche storici, costretti a chiudere sotto il peso non solo del minore afflusso di clientela ma anche degli affitti elevati (c’è chi arrivava a pagare quasi 3.000 euro che non riesce a recuperare e quindi deve dismettere l’attività) o delle varie imposte prive di agevolazioni e non ultimo a causa degli effetti generati dalla crisi pandemica che si è trasformata ben presto in crisi economica. E non può certo bastare l’aver congelato quella, pur importante, per l’utilizzo del suolo pubblico (Tosap) che, tra l’altro è stata sbloccata proprio il 31 marzo scorso con la fine dello stato di emergenza. La storica “Galleria Vecchio”, poi, è stata chiusa ormai da anni e vige in condizione di totale sporcizia e abbandono, ricettacolo di rifiuti in un luogo un tempo salotto buono della città. È una situazione dalla quale sembra difficile uscirne tant’è che i numeri sono desolanti quanto allarmanti.
Le possibili motivazioni
Stabilire con esattezza le cause non è semplice, tuttavia alcune motivazioni sono individuabili. Sebbene i comportamenti del consumatore possono essere certamente influenzati dalla tendenza generale ad acquistare attraverso l’e-commerce, oppure programmare “gite pomeridiane” nei centri commerciali, la ragione della crisi del commercio nel centro cittadino è da rintracciarsi prevalentemente nei canoni di locazione troppo alti applicati dai proprietari degli immobili. A favorire il trasferimento verso zone decentrate se non addirittura periferiche sono stati infatti gli sproporzionati prezzi d’affitto dei locali che non consentono ad una attività di sopravvivere, scoraggiando chi ha intenzione di aprirne una.
Il Comune ha le mani legate
Il Comune di Vibo, in tal senso, ha le mani legate: può solo avviare una concertazione – che fino ad oggi non ha dato risultati – con i proprietari degli immobili per far abbassare i prezzi ma di più non può fare. Altro punto è la quasi ormai inutilità dei saldi di fine stagione secondo gli esperti di settore (tant’è che ormai questi vengono allungati oltre la loro naturale scadenza) a cui si aggiungono il successo di eventi commerciali come il “Black Friday” e l’acquisto ormai quotidiano sugli innumerevoli siti che non consente agli operatori commerciali di essere ottimisti. Peccato. (f.p.)
