La Dda chiede il processo per 85 indagati: c’è il presidente della Provincia di Vibo (NOMI)

Dieci le posizioni stralciate nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro "Dedalo", filone della più ampia indagine di "Petrolmafie spa"

di Gabriella Passariello- Associazione di stampo mafioso, estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione e utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati. Reati aggravati dall’essere stati commessi per agevolare le associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese, in particolare, quella dei Mancuso di Limbadi. Sono queste le ipotesi di accusa rispetto alle quali la Dda guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 85 indagati nell’ambito del troncone catanzarese Petromafie spa, ribattezzato “Dedalo”.

Le dieci posizioni stralciate

Le dieci posizioni stralciate

Nell’avviso di conclusione indagini comparivano 10 nomi in più:le loro posizioni sono state stralciate. Si tratta di Emanuele Fernando Aber, di Catania; Pietro Bonanno di Biancavilla (Ct); Cristopher Cardillo di Fondi (Lt); Sergio Leonardi di Catania; Luigi Agatino Lopez Murgia, di Catania; Simone Micale di San Giovanni La Punta (Ct); Salvatore Rega, di San Giorgio a Cremano; Emanuela Scevola di Napoli; Rachid Totss di Pontecagnano Faiano (Sa) e Salvatore Ucchino di Giardini Naxos. Si tratta dell’inchiesta, condotta sul campo dai carabinieri del Ros e dalla componente specialistica in materia di accise del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, che hanno fatto luce sulle attività illecite del clan Mancuso nel florido commercio fraudolento di prodotti petroliferi colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio. La procura distrettuale antimafia, ha chiesto, tra gli altri, il processo per il presidente della Provincia di Vibo e sindaco di Stefanaconi, Salvatore Solano, ipotizzando il reato di scambio elettorale politico mafioso. Avrebbe ricevuto e accettato la promessa di Giuseppe D’Amico (ritenuto dalla Dda un imprenditore appartenente alla ‘ndrangheta) di “procacciare voti agli elettori dei Comuni di Vibo Valentia, Capistrano, Filandari, Francica, San Nicola da Crissa, Tropea ed altri per la nomina a presidente della Provincia “in cambio del proprio stabile asservimento realizzato attraverso l’impegno permanente a compiere o omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione esercitata nonché contrari ai doveri di ufficio”. Chiesto inoltre il rinvio a giudizio nei confronti di Francescantonio Tedesco, ex consigliere comunale di Vibo Valentia, considerato vicino agli Anello di Filadelfia, già arrestato in Imponimento e rinviato a giudizio; degli  imprenditori vibonesi Giuseppe e Antonio D’Amico, dei boss Luigi e Francesco Mancuso e della show-girl Ana Betz, all’anagrafe Anna Bettozzi, vedova di un ricco petroliere.

I nomi degli 85 indagati

La Dda ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Enrico Agosta di Catania; Alberto Pietro Agosta, di Catania; Enrico Agosta, di Catania;  Roberto Aguì di Catania; Nicola Amato, di Catania; Francescantonio Anello di Filadelfia, Benedetto Avvinto di Portici (Na); Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio; Gennaro Basile di Napoli, Anna Bettozzi di Roma; Luigi Borriello di Torre del Greco (Na), Anna Buonfante di Portici (Na), Vincenzo Campajola di Giugliano (Na), Gerardo Caparrotta, di Carignano (To); Isaia Angelo Antonio Capria di Nicotera; Armando Carvelli di Crotone, Giovanni Carvelli di Petilia Policastro, Raffaele Celotto di Napoli, Alberto Coppola di Pollena Trocchia (Na), Carmine Coppola, di Napoli; Roberta Coppola di Pollena Trocchia (Na), Felice D’Agostino di Martinsicuro (Te), Angela D’Amico di Vibo, Antonio D’Amico di Vibo, Domenica D’Amico di Vibo, Giuseppe D’Amico di Vibo, Rosa D’Amico di Vibo, Francesco D’Angelo di Vibo, Gaetano Del Vecchio di Tropea, Virginia Di Cesare di Roma, Biagio Esposito di San Giorgio a Cremano (Na), Carmelo Fabretti di Catania, Vincenzo Zera Falduto di Reggio Calabria, Giocchino Falsaperla di Catania, Giuseppe Fasulo di Statte (Ta), Filippo Fiarè di San Gregorio d’Ippona, Sebastiano Foti di Catania, Antonio Francolino di Catanzaro, Salvino Frazzetto di Catania, Pasquale Gallone di Nicotera, Gregorio Giofrè di San Gregorio d’Ippona, Salvatore Giorgio di Catanzaro, Gennaro Gravino di San Giorgio a Cremano (Na), Giasone Italiano di Delianuova, Gabriele La Barbera di Palermo, Salvatore La Rizza di Vibo Valentia, Cesare Nicola Limardo di Limbadi, Marco Lione di Terzigno (Na), Paolo Lipari di Stefanaconi, Sebastiano Lo Torto di Nicotera, Francesco Mancuso di Limbadi, Luigi Mancuso di Limbadi, Silvana Mancuso di Limbadi, Nazzareno Matina di Stefanaconi, Giuseppe Mercadante di Casal di Principe (Ce), Giulio Mitidieri di Potenza, Francesco Monteleone di Vibo Valentia, Luciano Morabito di Africo, Lucia Nurcato di Napoli, Irina Paduret di Milano, Zhelev Peyo Petkov di Vibo Valentia, Fabio Pirro di Napoli, Francesco Saverio Porretta di Milano, Antonio Prenesti di Nicotera, Daniele Prestanicola di Maierato, Rosamaria Pugliese di Nicotera, Rocco Raccosta, di Oppido Mamertina, Antonio Ricci di Montecorvino Pugliano, Domenico Rigillo di San Vito sullo Ionio, Orazio Romeo di Acireale, Giuseppe Ruccella di Filogaso, Francesco Reugeri di Motta Sant’Anastasia, Fortunato Salamò di Zambrone, Rosario Cristian Santoro, di Palermo, Damiano Sciuto di Catania, Antonino Signorello, di Belpasso, Ciro Sodano di San Giorgio a Cremano, Salvatore Solano di Stefanaconi, Francescantonio Tedesco di Ionadi, Giuseppe Terranova di Vibo Valentia, Alessandro Primo Tirendi di Gravina di Catania, Roberto Domenico Tirendi di Catania, Ernesto Tortora di Napoli, Roberto Trovato di Santa Domenica Vittoria (Me), Angelo Ucchino di Giardini Naxos, Gennaro Vivese di San Giorgio a Cremano.

L’udienza preliminare e il collegio difensivo

Il gup del Tribunale di Catanzaro Matteo Ferrante ha fissato l’udienza preliminare il 4 ottobre nell’aula bunker di Lamezia Terme, e gli avvocati difensori (nel cui collegio difensivo compaiono i nomi degli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Vincenzo Ioppoli, Luigi Latino, Eugenio Minniti, Wanda Bitonte, Sergio Rotundo, Giuseppe Torchia, Salvatore Sorbilli, Tiziano Saporito, Alessandro Parisi, Alessandro Diddi, Vincenzo Gennaro, Mario Murone, Antonio Ingroia, Marco Tullio Martino, Salvatore De Bonadies, Giuseppe Monteleone, Ornella Valenti, Francesco Giuseppe Finocchiaro, Marco Esposito, Daniela Garisto, Giovanni Vecchio, Gianfranco Giunta, Francesco Sabatino, Francesco Carioti, Nicola Cantafora, Guido Contestabile, Stefano Luciano, Vincenzo Belvedere, Antonio Porcelli, Armando Veneto), proveranno a smontare le ipotesi accusatorie.

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