La denuncia di una donna del Catanzarese: “Situazione vergognosa all’aeroporto di Lamezia”

La donna - di Chiaravalle Centrale - ha scritto a Sacal, Enac, presidente della Regione Calabria e assessore regionale alle Infrastrutture
aeroporto di Lamezia

Una situazione “incresciosa” e a tratti “surreale” e “vergognosa” quella vissuta da una donna all’aeroporto di Lamezia Terme, che ha deciso di prendere carta e penna scrivendo alla Sacal, all’Enac, al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, all’assessore regionale alle Infrastrutture Mauro Dolce e al Consiglio regionale.

“Solo un bagno utilizzabile”

“Solo un bagno utilizzabile”

“Sono arrivata alle 20 in aeroporto espletare le procedure di rito per il volo W65613 Lamezia -Milano Malpensa. Già precedentemente, la compagnia aerea mi aveva avvisato, tramite mail, di un ritardo di 3 ore. Nonostante tutto, ci invitavano a presentarci in aeroporto nell’orario indicato in origine dal volo. Provenendo da un paese delle aree interne (Chiaravalle Centrale) era necessario usufruire della toilette presente in aeroporto (solo due utilizzabili per un aeroporto internazionale per come viene pubblicizzato!). Dire che c’era il delirio di gente, per i voli che erano già in fase di partenza e i tanti passeggeri e visitatori che attendevano invano il volo di arrivo da Milano, è superfluo e un amministratore diligente e attento sa ovviamente di cosa sto parlando: i locali della toilette del piano inferiore (un solo bagno utilizzabile sia dal sesso maschile che femminile, e anche bambini) erano ovviamente affollati e indecenti”.

“Situazione inconcepibile”

Per la donna “è inconcepibile che nel 2022 si possano utilizzare dei bagni in quelle condizioni, bagni utilizzabili da adulti e da bambini e soprattutto che non ci sia neanche il materiale necessario a corredo di un locale ‘apparentemente’ denominato servizio igienico (bagno). Né carta igienica, né sapone, né disinfettante e soprattutto nessuna igiene (ricordo che siamo ancora in una fase pandemica molto diffusa)”.

“Non esiste uno sportello informativo”

“Facciamo salti mortali e impieghiamo somme stratosferiche per sponsorizzare le bellezze naturali, storiche e culinarie della nostra amata Calabria e poi? Non curiamo gli strumenti come un aeroporto internazionale che accompagna nella nostra regione migliaia e migliaia di passeggeri? Come si può arrivare nelle nostre località turistiche se poi non siamo in grado di offrire loro le prime azioni di confort e soprattutto non siamo presenti, con personale qualificato e competente, per dare loro informazioni necessarie e risolutive a qualsiasi problema che si potrebbe verificare? (non esiste uno sportello informativo a cui rivolgersi se non alle hostess dei vari gate!)”.

“Oltre al disagio anche i disservizi”

La donna, però, ritiene sia “ancora più assurdo e inconcepibile che un passeggero, oltre al disagio del ritardo del volo (quindi preoccupazione per l’inconveniente e soprattutto gestire anche il come tornare a casa raggiungendo la sede di destinazione) – in questo caso Milano, alle tre di notte – debba anche fare anche un ‘va e rivieni’ tra il gate e il bar/restaurant (durato circa un’ora) per vedersi riconoscere il ‘buono pasto’ emesso dalla compagnia aerea solo perché il personale della ristorazione non è informato? Ma se la compagnia emette un ticket – si chiede la donna – avrà firmato un protocollo con gli esercenti presenti in loco?”.

Dopo quasi 4 ore ecco (finalmente) l’imbarco

Il disagio denunciato dalla donna “è durato dalle 20 alle 23.35, ora in cui finalmente si annuncia l’imbarco e così, dopo numerose lamentele e aggressioni verbali (lavorare con il pubblico purtroppo non è attitudine dei molti), si parte con il dispiacere di dover ancora una volta tirare fuori le unghie per farsi riconoscere dei diritti e soprattutto constatare che nessuno di noi fa il proprio dovere con ‘scienza e coscienza’ oltre a dare ancora una volta l’immagine negativa di una regione indietro anni luce rispetto a molte altre in settori che invece dovrebbero essere il biglietto da visita per i molti che arrivano nelle nostre ‘maltrattate bellezze'”.

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