di Daniele Fazio – Chiedono lavoro. Quello che hanno sempre fatto, alcuni anche da più di 20 anni. I lavoratori della Sateca, la società che gestiva le Terme Luigiane, protestano davanti alla Cittadella Regionale. Chiedono a gran voce che la massima istituzione calabrese possa garantirgli un futuro. Si parla di oltre 200 persone che, seppur in modo stagionale, prestano servizio negli hotel della Sateca. Sotto la sigla della Cisl Cosenza sperano di non lasciar cadere nel vuoto il lavoro di una vita.
“Una lotta che dobbiamo affrontare con tutte le forze”
“Una lotta che dobbiamo affrontare con tutte le forze”
Ma la preoccupazione è palpabile, come si evince dalla viva voce di Barbara Cecchetto, da 20 anni addetta al front-office negli hotel della Sateca: “Siamo molto preoccupati perché non abbiamo certezze per la stagione in arrivo. Una stagione messa in discussione dai sindaci”. Sa che non è facile ma è “una lotta che dobbiamo affrontare con tutte le forze – sottolinea – perché questa estate vogliamo lavorare”. “Siamo davvero preoccupati – continua Barbara – e speriamo che la Regione possa ascoltare le nostre voci, che sono le voci di lavoratori ma anche di intere famiglie. Noi siamo degli stagionali, già siamo messi in croce dalle regole della Naspi che ci tolgono l’indennità di disoccupazione. La nostra è una società seria che ha sempre riconosciuto il lavoro che facciamo con abnegazione e professionalità. I nostri ospiti sono tantissimi, tutti felici di venire alle Terme perché trovano tutto: gentilezza, cortesia e benessere. Speriamo vivamente che si possa trovare una soluzione”.
“Uno stop imposto dalla politica”
Ma il tempo continua a passare, la stagione estiva è sempre più vicina, ma per i lavoratori delle Terme Luigiane restano ancora tante incognite. Come sottolinea un altro dipendente, Gianluca Gerace, “all’orizzonte non si vede ancora nessuna soluzione”. “Ogni anno eroghiamo 500mila cure termali – spiega – e registriamo 32mila presenze. Un risultato che è il frutto di un lavoro svolto anche durante la stagione invernale. Questo stop che ci è stato imposto dalla politica, o meglio dall’assenza della politica, rischia di compromettere questo patrimonio che abbiamo costruito negli anni”.
“Siamo alla disperazione”
Ma il dramma dei lavoratori lo si riesce a vivere nella voce di Bruno Andreoli, con la Sateca dal 1985. “Sono sei anni – dice – che stiamo combattendo per un lavoro, per un pezzo di pane. Per essere davanti alla Cittadella Regionale, questa mattina, abbiamo fatto la colletta per pagarci la benzina. Mentre i politici in questo palazzo stanno seduti su comode poltrone grazie ai soldi delle nostre tasse. Non ce la facciamo più, siamo alla disperazione”.