di Daniele Fazio – Piccole storie che proiettano in una dimensione ancestrale dove si pongono e si ricompongono, anche nella loro ontologica antinomia, i grandi temi della vita. Il legame forte con la terra, con la montagna calabrese ma anche un insistito, a tratti malinconico e romantico, percorso nel mondo della giustizia. E poi, ancora, frammenti d’infanzia che si cercano e si ricercano anche attraverso maestri inconsueti. C’è tutto questo in “La lanterna e le ortiche”, libro scritto dall’avvocato Felice Foresta e presentato questo pomeriggio al Marca di Catanzaro.
L’evento, che ha visto una grande partecipazione di pubblico, è stato arricchito dagli interventi di Gioacchino Criaco, che ha firmato la prefazione del libro (edito da Luigi Pellegrini) e dell’archeologo Francesco Cuteri con la partecipazione straordinaria dell’attore Salvatore Venuto che ha curato la lettura di cinque brani tratti dal volume. Il commento musicale, invece, è stato affidato a Marcello Barillà.
L’evento, che ha visto una grande partecipazione di pubblico, è stato arricchito dagli interventi di Gioacchino Criaco, che ha firmato la prefazione del libro (edito da Luigi Pellegrini) e dell’archeologo Francesco Cuteri con la partecipazione straordinaria dell’attore Salvatore Venuto che ha curato la lettura di cinque brani tratti dal volume. Il commento musicale, invece, è stato affidato a Marcello Barillà.
Il forte legame con la terra
Un libro di racconti che attingono molto alle vicende di vita vissuta e soprattutto a una dimensione agro-pastorale della Calabria: “Ci sono incursioni anche nel mondo della giustizia e un senso di riconoscenza verso i maestri che ho avuto nella vita, paralleli al mio cammino di infanzia e di gioventù – dice Foresta a margine dell’evento -. Ho inteso affidare questi spunti ad una raccolta di piccole storie: non sono da definire racconti perché credo che da questi percorsi di vita ciascuno potrà trarre alimento, trovarsi e ritrovarsi”.
Da quest’opera affiora il forte legame di Foresta con una dimensione ‘bucolica’: “Ho vissuto la mia infanzia a contatto con la terra, in quanto mio nonno aveva un’azienda agricola, dunque sin da piccolo ho avuto la possibilità di confrontarmi e crescere in un mondo che agli occhi di un bambino poteva sembrare apparentemente diverso da quello cittadino, ma che invece si è dimostrato un serbatoio di tantissimi valori. Probabilmente in quel momento non ne ho compreso la grandezza, ma col tempo ho capito tutto”. Poi, l’autore cita il filosofo Teofrasto “il quale diceva che ‘tutto è legata alla terra’. Quest’ultima è nostra madre, dobbiamo tributarle tutto ciò che di importante sa darci. E non soltanto in termini materiali. Lo stesso ciclo della natura, infatti, può insegnarci a essere meno superficiali verso un patrimonio straordinario che spesso però non cogliamo nella sua interezza e diamo quasi per scontato”.
“Un filosofo della natura”
Assiduo lettore e grande estimatore di Foresta è il noto scrittore Gioacchino Criaco, autore della prefazione del libro: “Felice mi piace come persona e come scrittore, perché in grado come pochi di regalare mondi straordinari al lettore. Questa volta ho incontrato una dimensione che può essere quella della mia infanzia, dunque di un tempo perduto, ma non può definirsi come un racconto della nostalgia – spiega -. E’, invece, il racconto di un rapporto profondo con l’umanità, che forse l’uomo occidentale ha perso. Foresta è un filosofo della natura, un vero figlio della cultura greca”.