di Antonio Battaglia – Solitamente si fa riferimento alla “quiete dopo la tempesta”; ma dopo un’altra eliminazione dai playoff è più lecito parlare di delusione permanente. L’unica cosa che rimane della notte di Padova è soltanto una profonda amarezza per la tifoseria giallorossa, costretta a fare i conti ormai con una maledizione che affligge la Catanzaro calcistica da più di quindici anni a questa parte. Un periodo condito soltanto da speranze di rinascita, quasi sempre affievolite dopo poco tempo, e da un calo di entusiasmo che sembrava tuttavia parzialmente rinato nell’era Noto.
C’erano tutti i presupposti per risorgere subito dalle paludi delle precedenti gestioni, per permettere ai più giovani di provare finalmente con la propria pelle quella gloria giallorossa tanto decantata dai loro padri. E invece sono quegli stessi padri a dover ricordare ancora le grandi vittorie del passato in Serie A o del vecchio Militare pieno zeppo di persone elettrizzate. Potremmo azzardarci a fare un paragone con “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, arcinoto romanzo di Milan Kundera. Trattasi, traslando un po’ il significato, della leggerezza di immergersi nei ricordi dei bei tempi per evitare di sbattere brutalmente contro la misera realtà.
C’erano tutti i presupposti per risorgere subito dalle paludi delle precedenti gestioni, per permettere ai più giovani di provare finalmente con la propria pelle quella gloria giallorossa tanto decantata dai loro padri. E invece sono quegli stessi padri a dover ricordare ancora le grandi vittorie del passato in Serie A o del vecchio Militare pieno zeppo di persone elettrizzate. Potremmo azzardarci a fare un paragone con “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, arcinoto romanzo di Milan Kundera. Trattasi, traslando un po’ il significato, della leggerezza di immergersi nei ricordi dei bei tempi per evitare di sbattere brutalmente contro la misera realtà.
Non sono bastati nemmeno i 2mila tifosi presenti all’Euganeo per rompere la maledizione play-off. Non è bastato nemmeno lo stesso Vivarini, in grado di sfatare un significativo tabù: da quando i playoff di Serie C sono a 27 squadre, il Catanzaro non aveva mai esordito con una vittoria. Un record inutile, però, a conti fatti. Da quando è in vigore tale meccanismo per sancire le promozioni di rincorsa alle serie superiori, questo è l’undicesimo palo che i giallorossi prendono in faccia.
La cronistoria delle undici eliminazioni
La “storia maledetta” inizia nella stagione di allora C2 del 1996/97 quando i giallorossi, quinti al termine della regular-season, vengono battuti nel doppio scontro dal Benevento. Sempre il Benevento sarà il carnefice nella seconda apparizione giallorossa nei play-off, nella stagione di C2 1998/99 con i sanniti capaci di eliminare i giallorossi del presidente Giuseppe Soluri costretto, dopo quella gara, a cedere la società per favorire l’avvento della famiglia Mancuso. Nella stagione 2000/01 altro epilogo tragico: dopo aver superato in semifinale la Puteolana e aver pareggiato 0-0 nella finale d’andata a Sora, i giallorossi si preparano a festeggiare la promozione in C1. Il terzo posto conquistato al termine della regular season, infatti, avvantaggia la squadra di Cuttone alla quale basterebbe anche un altro pareggio. E invece il Sora trascina la gara ai supplementari per poi trafiggere i giallorossi.
A metà della stagione 2002/03, la famiglia Mancuso viene rimpiazzata dalla nuova proprietà capeggiata dagli imprenditori Claudio Parente e Massimo Poggi. Anche qui epilogo tragicamente analogo: in finale c’è l’Acireale e, dopo il pari nella gara d’andata, i siciliani vincono 2-0 gettando nello sconforto un “Ceravolo” preparato a festa. Quell’amarezza verrà quantomeno mutata in gioia qualche tempo dopo, grazie aalla promozione a tavolino in Serie C1. Il focus si sposta dunque sulla stagione 2008/09. Catapultato in C2 dopo il fallimento e grazie al Lodo Petrucci, su iniziativa dell’allora presidente Giancarlo Pittelli, il Catanzaro, ora diventato FC, si ritrova a fare nuovamente i conti con la maledizione play-off che si materializza in semifinale, quando viene eliminato nientemeno che dal Pescina Valle del Giovenco. Un’altra “squadra cuscinetto”, la Cisco Roma, condanna i giallorossi nella stagione successiva: con Auteri in panchina, la promozione in C1 sfuma a causa della incredibile sconfitta per 4-0 al “Flaminio” cui non si riesce a porre rimedio nella gara di ritorno al “Ceravolo”.
Nell’estate del 2011, in seguito a un altro fallimento, l’imprenditore Giuseppe Cosentino fonda il Catanzaro Calcio 2011 acquistando poco tempo dopo il marchio della storica Unione Sportiva Catanzaro, e portandolo, nel giro di un anno, alla promozione in Lega Pro Prima Divisione. Nel 2013/14 ritorna l’incubo con il Benevento che, al primo turno play-off, spegne i sogni del Catanzaro. Alla fine della stagione 2016-2017 la famiglia Cosentino palesa l’intento di disimpegnarsi dalla gestione della società, che passa così al gruppo Noto. Il cambio di proprietà non intenerisce però la dea Fortuna: nel 2018/2019, sotto la gestione bis di Auteri, la Feralpisalò festeggia al Ceravolo eliminando le Aquile ai quarti di finale, mentre l’anno successivo un Catanzaro malconcio esce per mano del Potenza al primo turno eliminatorio. Nella stagione 2020/21 è la sorpresa Albinoleffe a rovinare i piani dei ragazzi di Calabro, mentre le lacrime di ieri a Padova completano un quadro tutt’altro che soddisfacente. “Il sogno non diventa realtà da solo: bisogna corrergli dietro”.