di Antonia Opipari – Sarebbe dovuta essere La partita con papà quella di oggi presso la Casa Circondariale di Catanzaro e invece, per colpa della pioggia, padri detenuti e i loro piccoli non sono potuti scendere in campo; hanno trascorso, però, lo stesso il pomeriggio insieme nel teatro del carcere: hanno giocato, chiacchierato e fatto merenda con le prelibatezze preparate per l’occasione dai “pasticceri” del laboratorio di dolci. La partita con papà, comunque, è un’iniziativa dell’associazione Bambinisenzasbarre onlus e del Ministero della Giustizia Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, che si tiene su tutto il territorio nazionale ed è già alla sua quinta edizione; si tratta di una manifestazione nata con l’intento di sensibilizzare le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sulla situazione dei 100 mila bambini in Italia (2,1 milioni in Europa) che vivono la separazione dal proprio genitore detenuto e che spesso e volentieri si trovano ad essere vittime inconsapevoli di pregiudizi altrui; «i figli dei detenuti pagano per un crimine che non hanno commesso» ha spiegato il direttore del carcere di Siano Angela Paravati. «Un papà detenuto è solo un uomo che ha commesso un errore e lo sta scontando. Il suo ruolo genitoriale non si ferma alle mura del penitenziario e anzi, il più delle volte è la motivazione che spinge chi ha sbagliato una volta a non farlo mai più, fuori da qui».