operazione glicine

La pratica da aggiustare al Blu 70 a Stalettì, carte false di politici e professionisti per aiutare Vrenna

Nell'informativa del Noe gli illeciti per riaprire la struttura e la preoccupazione dell'imprenditore per il blitz dei carabinieri

Una pratica da aggiustare per rendere operativo il Blu 70, l’ex discoteca, situata in località San Martino nel Comune di Stalettì, acquistata dal crotonese Raffaele Vrenna il 15 giugno 2017. Irregolarità edilizie, rispetto alle quali, in tanti, dai professionisti agli ex amministratori a funzionari della Regione Calabria hanno fatto carte false pur di far apparire una realtà diversa da quella effettiva. Tutti intenti a realizzare il sogno dell’imprenditore di voler rimodernare quella struttura ubicata sulla costa ionica Catanzarese, facendone un luogo prestigioso, con una clientela di elite, anche a costo di commettere illeciti. Emergono nuovi dettagli dal carteggio dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice “Glicine” in cui è confluita un’informativa del Noe, che dimostra ancora una volta il presunto sistema clientelare tra politica e imprenditoria.

I lavori interrotti dalla Procura

I lavori interrotti dalla Procura

L’ex patron del Crotone-Calcio nomina come amministratore del Blu 70 un suo uomo di fiducia, denunciato il 5 gennaio 2018 dai carabinieri di Cosenza per aver realizzato lavori che hanno determinato una modifica della situazione originaria nel complesso turistico in assenza delle prescritte autorizzazioni. E i lavori di ristrutturazione vengono interrotti dalla Procura. Ci si dà da fare per mettere tutto apposto, l’amministratore parla con un ex politico del Comune di Stalettì, che si adopera per cercare all’interno dell’archivio alcuni documenti per stabilire come era originariamente il manufatto, per “seguire una seconda strada burocraticamente più corta” con l’intenzione di far partire il Blu 70 per la stagione estiva: “ma concludiamo il discorso, perché io quello che voglio.. cioè quello che desidererei è mettere nelle condizioni Raffaele di aggiustare questo benedetto caso e metterlo nelle condizioni nel mese di giugno di aprire”. 

Il modo per aggirare il nulla osta paesaggistico

 L’ex politico illustra le modalità per aggirare la problematica inerente i lavori edili da effettuare: “hai capito?… quindi però… con l’impostazione della pratica come l’avevano portata… l’avevano trasmessa a.. praticamente non si può evitare una conferenza dei servizi, quantomeno la conferenza dei servizi per ottenere il nulla osta paesaggistico… anche in una semplificata e con tutte le raccomandazioni del mondo”. Gli consiglia di non presentare la Scia, in quanto per i lavori occorrevano ulteriori nulla osta abilitativi di altri enti statali, perché il complesso ricadeva in aree dichiarate di interesse pubblico. E gli prospetta una Cia o una Cila per il completamento e il ripristino del solaio di copertura di un manufatto presente all’interno della discoteca, con la quale potere iniziare subito i lavori senza aspettare autorizzazione alcuna, attestando falsamente “che si era rotto” e a supporto di questa modalità di esecuzione dei lavori riferisce di essersi adoperato nel cercare all’interno dell’archivio del comune di Stalettì una vecchia pratica contenente l’ordinanza di sequestro del Blu, esponendo uno dei problemi da schivare, per le lungaggini burocratiche e per un eventuale diniego: il nulla osta paesaggistico.

Carte false dell’ex politico per far ripartire i lavori

E l’unico modo per evitarlo era quello di compilare una relazione tecnica asseverata, presente nella Cila, dalla quale doveva risultare falsamente che si andava a ripristinare una opera già esistente. In un secondo momento l’ex politico rappresenta  il successivo passaggio per regolarizzare gli abusi edilizi effettuati: “anche perché poi, una volta che tu hai fatto questa cosa… presenti al Suap il cambio di destinazione d’uso e poi una volta che tu presenti al Suap, se ti rispondono o non ti rispondono non te ne fotte niente, il giorno dopo puoi già subito immediatamente autorizzarla…”. L’ex politico poi riferisce ad un ingegnere i particolari da inserire nella Cila specificando il falso: “il tetto esiste ed è parzialmente divelto o crollato a causa di intemperie e dopo averla presentata ed aver fatto una comunicazione anche alla Capitaneria di porto, il giorno dopo poteva iniziare i lavori”. La consapevolezza dell’illecito, per gli investigatori, lo si evince anche dalle successive affermazioni del professionista: “no anche perché tra l’altro il lavoro sarà fatto immediatamente… non lasciamo nemmeno il tempo che si possano muovere in qualche modo”.

La preoccupazione di Vrenna sul controllo dei carabinieri

E iniziano i lavori, non sapendo, però, che tutte le conversazioni sono intercettate dagli uomini del Noe, i quali allertano i militari del Comando della Stazione carabinieri di Gasperina competenti per territorio dove ricade la Discoteca Blu 70, per controllare lavori e autorizzazioni.  Nel corso del controllo vengono registrate una serie di conversazioni telefoniche dalle quali traspare la preoccupazione di Vrenna e dei suoi collaboratori, che i militari operanti si potessero accorgere che effettivamente quel tipo di lavori edili con l’autorizzazione in possesso non si potevano fare. L’ ingegnere riferisce a Vrenna che i carabinieri stavano andando in Comune per visionare la documentazione originale. “Sono lì perché abbiamo un poco mischiato le carte”, lasciando intendere, secondo quanto riportato nell’informativa del Noe, di aver fornito alla polizia giudiziaria una miriade di informazioni per confondere il più possibile le acque. Vrenna “spera che il tutto si possa risolvere nei migliore dei modi” e l’ingegnere ribatte: “speriamo di averli convinti”, confermando ulteriormente di sapere di aver violato le normative vigenti nel campo dell’edilizia. Intanto i carabinieri inviano il tutto alla Sovraintendenza per la Tutela del territorio di Cosenza, competente per materia, contestando un manufatto edile all’interno del Blu dove non c’era il tetto, non risultante nel progetto. Vrenna chiede all’amministratore, suo uomo di fiducia, di risanare tutto in modo autonomo, ma la risposta dell’interlocutore non lascia via d’uscita: i carabinieri hanno effettuato centinaia di foto dello stato dei luoghi.

“Stanno cacando il cazzo, rischio pure di saltare la stagione”

L’imprenditore parlando con un’altra persona esterna la sua rabbia: “stanno cacando il cazzo i carabinieri al Blu 70… ora tengo un cazzo… rischio pure di saltare la stagione”. E si cerca l’ennesimo modo attraverso diversi contatti per sbloccare la situazione, mentre si fa avanti un avvocato di Catanzaro che si propone autonomamente, mandando messaggi a Vrenna del tipo: “Caro Raffaele sai la stima che ti porto, se hai bisogno di me per le autorizzazioni catanzaresi, per il Blu, non risparmiarmi. So che alla Sovrintendenza dove sei stato di recente devi ritornare, fammi sapere”. Il 19 giugno 2018 vengono registrate conversazioni ambientali tra l’ingegnere e l’amministratore delegato, che stavano uscendo dagli uffici della Regione, dove entrambi, attraverso funzionari hanno cercano di risolvere la situazione. I due criticano il consulente tecnico nominato dai carabinieri, a loro dire stava redigendo una relazione tecnica che gli avrebbe sicuramente creato dei problemi per i lavori edili effettuati, stava attestando che la discoteca ricadeva in zona Sic, per cui il tutto andava a finire nelle mani di un magistrato per le successive determinazioni.

Le autorizzazioni edili in cambio di donazioni pecuniarie

Il 15 agosto 2018 sull’utenza telefonica di Vrenna  viene registrata un’importante conversazione con un altro ex politico del Comune, dove quest’ultimo  riferisce di aver messo in guardia l’amministratore delegato: “e infatti ho detto sempre…mi raccomando… voi non avete bisogno… ma state attenti… perché quando hanno sentito il nome di Vrenna, non ti dico… io vi dico solo questo… state attenti … si sindaco l’abbiamo capito… il dottore non è stupido…”.  Secondo gli investigatori le autorizzazioni per i lavori edili effettuati al Blu 70 monitorati dalla pg in quanto concesse in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, sarebbero stati ottenuti da Vrenna in cambio di donazioni pecuniarie all’amministrazione comunale pro tempore. L’ex politico nel raccontare di aver svolto il proprio incarico al Comune di Stalettì in un periodo particolare, dove non arrivavano fondi e finanziamenti da parte dello Stato, si è trovato costretto a chiedere soldi a determinate persone, tra le quali a Raffaele Vrenna: “e.. perché… io non… soldi…. ho vissuto.. cioè,  io ho amministrato in un periodo storico un po’ particolare e lei lo sa meglio di me… insomma… soldi non ne arrivano… finanziamenti… chiedevo l’elemosina a persone a cui potevo… ma persone che fossero… intelligenza maggiore della mia… perché altri non mi permettevano… Io grazie a lei, grazie ad altri come lei, ho potuto…”. 

LEGGI ANCHE | Gli affari dei Vrenna, l’ispettore della Polizia amico e i consigli del noto ex arbitro per corrompere i colleghi

LEGGI ANCHE | Voto di scambio con gli zingari a Catanzaro, l’intercettazione: “Al consigliere regionale gli è andata bene”

LEGGI ANCHE | L’informativa shock della Dia e la regia di un influente imprenditore di Catanzaro sulle comunali del 2017

LEGGI ANCHE | Il monito del consigliere comunale di Catanzaro a Oliverio e compagni: “Un posto in Regione o passo a FdI”

LEGGI ANCHE | I raccomandati di Oliverio, Sculco e Romeo da inserire in Regione nelle intercettazioni spiate dal Ros

LEGGI ANCHE | Le mani del clan sul concorso al Pugliese e il consigliere di Catanzaro da sistemare in Regione

LEGGI ANCHE | Le mani del clan sul concorso al Pugliese e il consigliere di Catanzaro da sistemare in Regione

LEGGI ANCHE | Il sistema affaristico e clientelare di Sculco e dei suoi compagni. L’inchiesta di Gratteri colpisce il Pd

LEGGI ANCHE | “Pubblica amministrazione asservita ai clan”, Gratteri spiega i rapporti tra ‘ndrangheta e politica

LEGGI ANCHE | Indagato anche l’ex europarlamentare del Pd Paolucci: “inguaiato” da un tour elettorale in Calabria

LEGGI ANCHE | Blitz del Ros in Calabria, da Flora Sculco a Seby Romeo: i nomi dei 123 indagati LEGGI ANCHE | ‘Ndrangheta e appalti truccati, 34 arresti. Indagati Oliverio e Adamo. Sculco ai domiciliari (NOMI)

LEGGI ANCHE | Omicidio e scambio di voti, maxi blitz tra Catanzaro, Crotone e Cosenza: 43 misure cautelari (VIDEO)

LEGGI ANCHE | Il patto di Sculco con la ‘ndrangheta per eleggere la figlia Flora, il pentito: “Votata dai Farao”

LEGGI ANCHE | Operazione “Glicine”, si è dimessa la consulente del presidente Occhiuto, Flora Sculco

LEGGI ANCHE | Oliverio all’attacco della Dda di Catanzaro e delle inchieste di Gratteri: “Pregiudizio accusatorio verso di me”

LEGGI ANCHE | La guerra della Dda di Catanzaro al sistema clientelare bipartisan che affossa la Calabria

LEGGI ANCHE | I raccomandati di Oliverio, Sculco e Romeo da inserire in Regione nelle intercettazioni spiate dal Ros

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Si tratta di una storia d’amore contemporanea ambientata principalmente a Recanati, città natale di Giacomo Leopardi, che rappresenta il leitmotiv della vita dei cinque protagonisti
"Preoccupazione" per la "costruzione, all’interno dell’ambito portuale, di una tensostruttura da adibire a tendopoli per l’accoglienza dei migranti"
L'uomo è accusato di aver ucciso la madre. Il corpo trovato durante le operazioni di spegnimento del rogo
Gli agenti di polizia hanno avviato le indagini per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto
"Ancora una volta assolto. Ancora una bella pagina di giustizia", ha detto il primo cittadino
A carico dell'ufficiale giudiziario è stato inoltre disposto il sequestro preventivo "per sproporzione" in relazione a beni per un valore superiore a 150.000 euro
A Reggio il processo "Xenia" sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. Lucano è stato già condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi
L'impatto è stato violentissimo. Sul posto, oltre agli agenti della polizia stradale, sono intervenuti i soccorritori del 118, ma per il motociclista non c'è stato nulla da fare
L'episodio risale al giugno 2019. Gli indagati erano accusati, a vario titolo, di rapina aggravata, ricettazione e armi
L'uomo è ritenuto, assieme a un'altra persona, capo della prima ‘locale’ di ‘ndrangheta nella Capitale
RUBRICHE

Calabria7 utilizza cookie, suoi e di terze parti, per offrirti il miglior servizio possibile, misurare il coinvolgimento degli utenti e offrire contenuti mirati.

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2023 © All rights reserved