La protesta del Comitato Ristoratori di Catanzaro: “No all’assistenzialismo”

“Non accettiamo le misure messe in campo dalla Regione Calabria, sono pensate ed applicate con il solito fine di produrre assistenzialismo per generare clientelismo”.

Sono le parole rilasciate al microfono del Tg Rai Calabria dall’imprenditore Fabio Celia, che questa mattina ha partecipato all’iniziativa organizzata dal Corc (Comitato Ristoratori di Catanzaro), al quale ha aderito assieme a tantissimi altri imprenditori del capoluogo di regione, che hanno le loro attività nel settore che ad oggi vive le difficoltà maggiori in prospettiva della Fase 2, che per ristoranti e bar deve ancora partire a Catanzaro, logorati da due mesi di blocco totale delle attività.

Sono le parole rilasciate al microfono del Tg Rai Calabria dall’imprenditore Fabio Celia, che questa mattina ha partecipato all’iniziativa organizzata dal Corc (Comitato Ristoratori di Catanzaro), al quale ha aderito assieme a tantissimi altri imprenditori del capoluogo di regione, che hanno le loro attività nel settore che ad oggi vive le difficoltà maggiori in prospettiva della Fase 2, che per ristoranti e bar deve ancora partire a Catanzaro, logorati da due mesi di blocco totale delle attività.

Il Corc ha consegnato i propri registratori di cassa all’Agenzia delle Entrate, spiegando nel corso di un servizio andato in onda nel tg odierno, le motivazioni annesse. “Quanto presentato dalla Regione ieri è un piano economico che nasce con la logica dell’assistenzialismo e finisce per trasformarsi nel solito modello di politica che opera per generare clientelismo” – ha detto Celia.

Perplessità sono state espresse anche da altri due imprenditori intervistati, Antonio Alfieri, Rappresentante del Corc, ed Andrea Cattani. “Noi dobbiamo ancora capire quando ripartire, ma soprattutto come. Devono essere chiarite le regole e le misure di sicurezza” – dicono. La politica al momento ha risposto con 120 milioni da elargire a fondo perduto a piccole e medie aziende ed ai lavoratori. Tuttavia, la rabbia degli imprenditori della ristorazione catanzarese nasce dall’assenza di un progetto che non si limiti ad assistere economicamente le aziende, perché alle stesse, come dimostrato dal gesto di consegnare i registratori di cassa, non conviene riaprire. Il Covid ha mutato le abitudini sociali alla base del settore e trovare soluzioni a legittima garanzia della sicurezza ridimensiona notevolmente il fatturato delle attività. E’ il momento di ripensare gli spazi e la convivenza sociale, senza distruggere il tessuto economico della città. Si rischia il collasso di almeno due terzi delle attività e non possono bastare – secondo il Corc – “delle misure che diffondono denaro soprattutto a chi fattura di più”. Il destino è comune e non riguarda naturalmente solo la ristorazione. Il Comitato Ristoratori di Catanzaro oggi ha lanciato un messaggio alla politica, perché tutti loro sanno che la stagione è a rischio e bucarla totalmente sarebbe la fine di tantissime attività, un dramma per un settore che ha tanti dipendenti e che stava crescendo molto negli ultimi anni.

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