La Regione non finanzia il Festival Leggere e scrivere, Floriani: “Troppe brutte persone remano contro”

Il progetto del Sistema bibliotecario non accede ai 100mila euro per 0,33 punti. Un flop per la città già Capitale del libro che, per l’ex direttore, ha una matrice tutta vibonese
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Fuori di 0,33 punti. “Non ammesso per punteggio inferiore a 60 punti” e dunque non finanziato per la cifra di 99.325,00 euro. Sfuma così la possibilità di attingere a fondi regionali per sostenere l’annuale edizione del Festival Leggere & scrivere di Vibo Valentia. La doccia fredda arriva con l’approvazione della graduatoria definitiva, da parte della Regione Calabria, dei beneficiari dei finanziamenti a valere sull’avviso pubblici “Eventi di promozione culturale 2022 – Pac 2014/2020”. A restare fuori con la medesima motivazione è anche il Tropea Cipolla Party di Tropea che totalizza un punteggio di 58,23 punti.

Finanziati 50 progetti per oltre 3 milioni di euro

Finanziati 50 progetti per oltre 3 milioni di euro

Entrano invece altri 50 proposte, tutte finanziate con cifre che vanno da circa 50mila a 100mila euro per un ammontare complessivo di 3.233.012 euro. Nessuna di queste si svolge direttamente in provincia di Vibo Valentia. Le uniche due sono state escluse mentre il grosso degli eventi si svolgerà nel Cosentino. Spiccano il Peperoncino Jazz festival, il Festival dell’aurora, AMArte 2022, Armonie della Magna Graecia, il Festival rumori mediterranei di Roccella Jonica. Niente da fare dunque per la principale rassegna culturale della città di Vibo, ormai divenuta un faro piantato nel Sud Italia nel settore dei festival letterari. Capace di richiamare nomi di primissimo piano della cultura nazionale e di generare un dibattito estremamente positivo in grado di valicare i confini locali. Un autentico flop la bocciatura ufficiale, per una città che nel recente passato ha potuto fregiarsi del titolo di Capitale italiana del libro e di Città del libro. Riconoscimenti arrivati anche e soprattutto in ragione della presenza del festival.

L’edizione 2022 sostenuta dal Comune

Non un fulmine a ciel sereno, tuttavia. Al netto del ritardo clamoroso con cui la Regione ha comunicato l’esito dell’avviso pubblico, la graduatoria provvisoria l’aveva già messo in serie discussione l’accesso al finanziamento, ritenendo già insufficiente il punteggio assegnabile al progetto presentato dal Sistema bibliotecario vibonese, ente promotore. La stessa manifestazione svoltasi a novembre 2022 – nel suo decimo anno di vita – aveva già dovuto fare di necessità virtù attingendo a fondi comunali. Nel frattempo diverse cose sono cambiate nella governance del Sbv. In primis tra i vertici dell’ente culturale con il subentro del sindaco di Jonadi Fabio Signoretta nel ruolo di presidente, al posto del dimissionario Corrado L’Andolina, e le dimissioni di Tiziana Scarcella dal ruolo di direttore rimasto tuttora scoperto. Quindi ci si è messo anche il Comune di Vibo che ha avviato un’azione risarcitoria per recuperare fitti e tributi non evasi. Difficile venire a capo della complessa vicenda in tempi brevi. Intanto la città Vibo vede sfumare un finanziamento da 100mila euro che avrebbe certamente dato modo di organizzare una rassegna di alto livello.

Il “gemello” Trame accede ai 100mila euro

Probabile che, per non interrompere la storicità dell’evento, anche quest’anno il Comune deciderà alla fine di sopperire ai costi, magari con il supporto in altra forma della Regione di uguale colore politico, o anche dei privati che, se chiamati in causa, hanno sempre dato un proprio contributo. Resta l’auspicio per la programmazione 2023, sperando che anche in questo caso non venga ritenuta insufficiente la proposta mentre altre rassegne simili, come ad esempio il Festival Trame di Lamezia Terme, 12esima edizione, è stato regolarmente finanziato con i 100mila euro d’ordinanza.

Floriani: “Brutte persone contro gli interessi della città”

Chi adombra retroscena dietro l’esclusione è ora l’ex direttore del Sistema bibliotecario vibonese Gilberto Floriani, cui si deve peraltro la progettazione dell’evento. “Il progetto – spiega – non ha raggiunto il punteggio minimo necessario per pochissimo, tre decimi, cioè pochissimo, cioè opinabile. Troppe divisioni, troppe brutte persone che giocano contro gli interessi della città. Speriamo meglio per il 2023 (però che efficienza avere a fine aprile 2023 l’esito per un evento del 2022)”.

“A 67 anni bisogna andare necessariamente in pensione”

Quindi l’affondo: “Avanti con le patacche e le banalità che riempiono lo spazio culturale. Mi consola solo di essere fuori dai giochi, che fra un anno si andrà nuovamente a votare e che a 67 anni si deve andare necessariamente in pensione”. A chi si riferisce Floriani – che da tempo ha ingaggiato un’acerrima contesa con l’amministrazione comunale in carica – nell’ultima affermazione? Considerati i recenti trascorsi, anche se ovviamente è solo una suggestione giornalistica, il riferimento potrebbe essere alla dirigente comunale Adriana Teti. Che di anni ne ha… 66. (m. s.)

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