di Mimmo Famularo – La lunga notte di Catanzaro ha un immagine precisa: l’abbraccio tra Nicola Fiorita e Valerio Donato a Palazzo Dei Nobili. Anche in politica chi vince fa festa e chi perde spiega. Il prof dell’Umg lo fa con fair play ammettendo la disfatta e parlando chiaramente di bocciatura (LEGGI QUI). Donato è lo sconfitto ma non è il solo perché insieme a lui perde nettamente il centrodestra tradizionale che, paradossalmente, ha preso i voti dei cittadini nel primo turno ed è maggioranza in consiglio comunale.
Il flop del centrodestra e la vendetta di Tallini
Il flop del centrodestra e la vendetta di Tallini
Tuttavia la sconfitta c’è ed è clamorosa. Con Donato hanno perso i suoi principali sostenitori: innanzitutto il leghista Filippo Mancuso, che aveva indossato i panni di king-maker, non è riuscito nell’intento di trascinare il suo candidato al successo e la sua resta una vittoria di Pirro. Perde anche Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale di Forza Italia e leader di un centrodestra che dopo Cosenza vede svanire pure Catanzaro. Un altro flop che il senatore vibonese rischia adesso di pagare a caro prezzo. Nella città capoluogo di regione si è materializzata la “vendetta” politica di Antonello Talerico che sente sempre profumo di consiglio regionale e, soprattutto, di Mimmo Tallini, vincitore morale di questa tornata elettorale e sostenitore mascherato di Nicola Fiorita trascinato al successo anche con i voti delle truppe talliniane. Alla fine l’ex presidente del Consiglio regionale è risultato più determinante di Wanda Ferro e di Fratelli d’Italia il cui appoggio leale e convinto a Valerio Donato non è stato sufficiente per evitare la clamorosa rimonta.
Il Pd e il “Cambiavento”
Il risultato maturato è inaspettato nelle sue proporzioni ed è l’ulteriore conferma che il centrodestra vince solo se è unito e nel turno di ballottaggio si è evidentemente ulteriormente sgretolato. Tra gli sconfitti “eccellenti” vanno annoverati i fratelli Fabio e Roberto Guerriero che hanno lasciato il Partito democratico praticamente per rimanere all’opposizione. Alla fine hanno avuto ragione Enrico Letta e Francesco Boccia ma anche Nicola Irto ed Ernesto Alecci, tra i primi in assoluto a puntare fin dall’inizio sulla figura di Nicola Fiorita. Così il Partito democratico è pronto a ricostruire un nuovo corso e a Catanzaro spuntano due nuovi leader: Giusi Iemma e Fabio Celia. Il centrosinistra esulta e lo fa anche il Movimento Cinquestelle che entra per la prima volta in consiglio ma a trascinare al successo il prof dell’Unical sono stati soprattutto i suoi “fedelissimi”, bravi a non mollare dopo la pesante debacle del 2017 e a sfruttare tutte le falle di un centrodestra uscito a pezzi dall’era Abramo. Cambiavento di nome e di fatto